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Abbiategrasso, perché Tagliabue va salvato. Scricchiolii nella maggioranza, intanto le opposizioni.. L’ANALISI E I RETROSCENA

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ABBIATEGRASSO – Tanto piovette che tuonò, alla fine. Perché questa è la verità: una battuta certamente poco felice, istintiva e istintuale, di una persona istintiva come Marco Tagliabue, dove il sessismo devono averlo visto unicamente persone che col sessismo hanno evidentemente qualche problema, attorno a cui si concentra il dibattito politico (senza che NESSUNO cerchi un diversivo politico e dialettico..).

Ma è la lettura politica che ci importa, dell’ormai imminente seduta di Consiglio (mercoledì 12, ore 21) recante all’unico punto la  “PROPOSTA DI REVOCA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE AI SENSI DELL’ART. 8 QUATER DELLO STATUTO DEL COMUNE DI ABBIATEGRASSO”.

Perché sotto quel profilo di cose da dire ce ne sono, eccome.

Partiamo dalle minoranze, che dopo 1 anno e mezzo di confusione piuttosto comprensibile (dopo aver perso, non è che gli sconfitti scoppino di gioia) stanno ritrovando una unità d’intenti e una coesione.

Attorno alla diatriba con Barbara De Angeli (a cui l’universo mondo ha chiesto e GIUSTAMENTE scusa, forse qualcuno vorrebbe dedicare una sessione Onu alla battutaccia di Tagliabue, chissà..), sta tornando prepotente la leadership dell’unico vero leader di opposizione e unico, vero politico di razza dell’aula assieme a Cesare Nai e Roberto Albetti: Domenico Finiguerra. Il migliore, al suo fianco, ossia il giovane prospetto di maggiore talento della politica locale è Lele Granziero. Uscito malconcio e deluso da un voto che ha palesato fratture scomposte nel suo partito, il Pd. Ma se Granziero volesse rialzare il capo, allora..

E cosa dice e fa, la maggioranza? Di nascosto, le frizioni sul caso Tagliabue continuano ad esserci. Volano messaggi pepati nelle chat di gruppo, la Lega gioca la sua partita ed esprime appoggio alla De Angeli, alcuni sfogliano la margherita (per loro la politica, quella seria, è troppo lontana), altri meditano dove posizionarsi.

Il tema è che la maggioranza soffre di una vistosa carenza di personale politico di spessore. I fuoriclasse scarseggiano, i comprimari abbondano, l’unico vero hombre del partido, Andrea Scotti, gioca con la maglia di Amaga e ha parecchio da fare. E così abbiamo una discreta quantità di nani che giocano a fare i giganti.

E poi chi sarebbero, i potenziali sostituti di Tagliabue tra le fila dei consiglieri? Solo due: Michele Pusterla, ingegnere molto impegnato col lavoro, e Sara Valandro, della stessa lista di Tagliabue ma neo investita della delega alle Pari Opportunità, che peraltro non accetterebbe mai di voltare la faccia ad una persona con cui vanta un solido rapporto di amicizia.

Quanto al resto, il problema di Cesare Nai (e Roberto Albetti..) è la debolezza di buona  parte della giunta, dove Bea Poggi conosce il mestiere, Francesco Bottene lo sta imparando in fretta, la Comelli lo stava facendo ma è uscita dal settore più nevralgico (e adesso…), e uno come Dodi è di fatto insostituibile.

Sarà interessante, dunque, assistere alla seduta di mercoledì. Vedremo chi, dai banchi della maggioranza, saprà contrapporsi al conformismo delle parole e alla dittatura del pensiero unico da cui è scaturita l’idea, malsana, che una uscita infelice possa tramutarsi in un reato di lesa maestà sessista. E’ qui il nodo, è tutto qui: c’è qualcuno che saprà tradurre in parole il succo politico e valoriale di quello che il centrodestra sovranista sta rappresentando in Italia e in Europa? Ma soprattutto: chi è, nella maggioranza, in grado di capire l’ultima frase? Perché salvare Tagliabue conviene alla maggioranza, e ogni cedimento più o meno vistoso attorno al tema sarà un punto per le opposizioni. Come in una partita di boxe…

Lo scopriremo solo vivendo, disse un grande cantautore (identitario e sovranista ante litteram..).

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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