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Abbiategrasso: perché il crudo realismo di Albetti è meglio della narrazione (favolesca) di Emy Dell’Acqua

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ABBIATEGRASSO – I cittadini di Abbiategrasso hanno vissuto per anni nel paese di Alice delle Meraviglie, pensate un po’, ma forse non se n’erano accorti. O forse sì. Abitando a Robecco sul Naviglio, posso essermela persa.

Riflettere a mente fredda su quanto accaduto ieri sera in Consiglio comunale a Bià, effettivamente, è un’operazione necessaria. Perché non sono bastate due ore e 20 minuti di discussione su un tema quale la Commissione Mensa, che in tutte le altre città di analoga dimensione viene svolta serenamente in non più di 20 (minuti); le sessioni Onu sulla pace del mondo, a occhio, durano meno. E se pensiamo che al Parlamento Europeo, non nel Comune di Nosate, gli interventi dei deputati sono CONTINGENTATI in un arco temporale di pochi minuti, viene naturale chiedersi da dove venga cotanta verbosità e incontinenza.. verbale. Ma passi.

La cosa interessante avvenuta ieri sera è la discussione sulla scuola di via Colombo, effettivamente nata sotto una stella non propriamente fortunata.

A riguardo, essendosene (effettivamente) occupata, anche perché è un’insegnante, leggiamo cosa ha detto il consigliere d’opposizione Emy Dell’Acqua.

“La scuola materna di via Colombo era quella piccola e graziosa scuola gialla, a misura di bambino: nessuna scala. Si accedeva nelle classi luminose da porte vetrate che la aprivano al mondo circostante. Era quella che oggi potremmo definire una scuola all’avanguardia perchè era bassa, delimitata da finestre, immersa nel verde, circondata da un bellissimo e ampio giardino dove i bambini correvano e giocavano; una scuola che si confondeva e quasi si mimetizzava con quel grande spazio tutto alberato”.

Uno scenario fiabesco, manca solo Bambi che si trastulla leggiadro nel giardino, carezzato dai bimbi (in età da Bambi, essendo scuola d’infanzia ed elementare).

Ma siccome la realtà spesso diverge dalla fantasia, ecco che il navigato Roberto Albetti riporta tutti sul pianeta terra, rimembrando (a tutti) che l’abbattimento della scuola, deciso all’epoca del sindaco Alberto Fossati,  da lui sconfitto nel 2007, ‘fu deciso perché quella scuola nel bosco era piena di amianto, gentile consigliere..’

Ovviamente Roberto Albetti, in politica dagli anni  70, si guardò bene- nel corso del suo mandato- dall’opporre argomenti e parole come quelle usate ieri sera in Consiglio. Perché da politico navigatissimo, che certamente ha commesso anche degli errori e non è esente da imperfezioni, Albetti conosce la fatica del governare e dell’amministrare. Che espone a rischi, talvolta fiaschi, altre volte a contenziosi in Tribunale da cui fuoriescono decisioni sgradevoli, come quella su via Colombo (che tuttavia poteva costare molto di più agli abbiatensi).

Mentre sulla parte paradossalmente (ci pare) meno citata dell’intervento del consigliere, ossia il computo metrico e le ipotesi di riavvio del cantiere dopo il fallimento dell’impresa appaltatrice, si dedica molta meno attenzione.

La verità, ignota solo a chi NON vuole vedere, è che sono preferibili i 40 anni d’esperienza di un Roberto Albetti alla narrazione (di cui peraltro personalmente siamo innamorati, come espediente retorico) del consigliere Dell’ Acqua. L’Italia sta imparando a conoscere chi, come il Movimento 5 Stelle, ha voluto fare strame delle competenze e dell’esperienza. Anche ad Abbiategrasso.

Perciò lasciatecelo dire: meglio 100 interventi magari poco colorati e coloriti di Roberto Albetti che lo scenario ‘Alice nel paese delle meraviglie’ di Emy Dell’Acqua. Lasciamo che gli alunni della Colombo leggano il capolavoro di Lewis Carroll. Ma la politica manteniamola (saldamente) tra le mani di chi la conosce. Riconoscendole la giusta qualificazione: un grumo (appassionato) di sangue e merda, che a volte ‘devia’ verso un rutilante circo di ‘nani e ballerine’. Immenso, Rino Formica. E già che ci siamo, pure il compianto Gianni De Michelis.

Fabrizio Provera

 

 

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