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Abbiategrasso, omicidio Perini: la mamma rifiuta la ricostruzione della Procura che incolpa i nomadi e presenta ricorso

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ABBIATEGRASSO Anni di battaglie e di indagini. Ma, soprattutto, anni di errori incedibili che hanno caratterizzato il caso dell’omicidio di Marco Perini. La mamma Ebe Pagliari non si è mai stancata di continuare a lottare e adesso che le è stata notificata l’ennesima richiesta di archiviazione ribatte: «Abbiamo già presentato ricorso. Se credono di farmi desistere hanno sbagliato di grosso. Finché sarò in vita darò tutto per arrivare alla verità». Ebe Pagliari non accetta la ricostruzione della Procura che ritiene responsabili del delitto due uomini facenti parte di una famiglia nomade che all’epoca vivevano proprio nei pressi dei luoghi dove venne consumato l’omicidio.

«Mi sembra di essere tornata indietro di vent’anni – continua – quando all’inizio delle indagini gli investigatori puntarono sull’accampamento di nomadi. Una tesi che rifiutiamo. Questa mi sembra una sorta di verità di comodo, trovata solo per farmi contenta». Eppure la Procura si era mossa sulla base delle dichiarazioni di una donna, sempre della stessa famiglia nomade, ritenute attendibili. Il Pm ritiene verosimile che i due nomadi indagati abbiamo teso un agguato all’agricoltore abbiatense colpendolo ripetutamente con una canna di bamboo appuntita. Per poi disfarsi del cadavere gettandolo in una lanca del Ticino. Motivo: screzi che Perini aveva con gli stessi zingari. Dall’uccisione dei gatti, agli spari contro le anatre agli incendi di sterpaglie. «Ma è possibile che si possa pensare ad un movente del genere? – continua la donna – In questi anni hanno depistato, hanno fatto errori mai riconosciuti. Noi abbiamo prodotto elementi importanti in pagine e pagine che abbiamo portato in Procura. E adesso arrivano a questa conclusione». La stessa relazione notificata ad Ebe Pagliari si conclude dicendo che i due nomadi indagati risultano irreperibili e vennero controllati casualmente per l’ultima volta 4 anni fa a Frascati. Qualora dovessero emergere ulteriori elementi, in particolare con riferimento alla loro dimora, allora la Procura sarebbe pronta a riaprire immediatamente il caso.

Al momento c’è poco da fare. I responsabili secondo il Pm sarebbero questi due uomini, ma non ci sono elementi sufficienti per poter sostenere l’accusa in giudizio. Quindi non si può fare altro che archiviare. «Nessuna sentenza di nessun giudice li ritiene responsabili – ha concluso Ebe Pagliari – Andremo avanti a cecare la verità. Lo dobbiamo a Marco. Lo devono gli investigatori per gli sbagli commessi in passato e lo devo io come mamma».

Ebe Pagliari mamma di Marco Perini e dietro di lei la cascina Meraviglia foto Roberto Garavaglia

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