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Abbiategrasso, Mario Sfondrini e il declino della Politica (passata dai giganti ai nani)

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ABBIATEGRASSO – Sarebbe ingiusto, anche al cospetto della morte di un protagonista di quella che sbrigativamente (per alcuni) e con moti di eterno rimpianto (per altri) รจ passata alla storia come Prima Repubblica (italiana), dire che fosse tutto perfetto quanto accadeva tra 1945 e 1992.

Che i partiti avessero tracimato lo ammise sereno Bettino Craxi in Parlamento e nelle aule di giustizia. Che l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di Regione, dal 1994, abbia modernizzato e migliorato il rapporto tra cittadini ed eletti, sottraendolo alle camarille di partito invalse in quegli anni, รจ plateale.

Ma fatte queste due rapide premesse, รจ impossibile non constatare lo iato pauroso, la distanza, la differenza qualitativa e sostanziale del ceto politicoย espresso dai grandi partiti popolari (Dc, Pci, Psi, Msi, Pli, Pri e via discorrendo) rispetto al palcoscenico attuale.

E’ miserevole, sempre piรน, assistere a sedute parlamentari, di Consiglio Regionale o comunale dove i novelli rappresentanti fanno strame di grammtica, lingua italiana, buon senso, eleganza formale.

Lo diciamo nel giorno in cui ad Abbiategrasso si celebrano (ore 15, chiesa di Castelletto) le esequie funebri diย Mario Sfondrini, che trascorse una lunga parentesi nella Democrazia Cristiana da consigliere comunale ed assessore, per poi arrivare sulla plancia di comando di quella Regione Lombardia che Roberto Formigoni fa diventare modello di riferimento portando con sรจ piรน d’un uomo proveniente dalla Vecchia Scuola (Nicola Sanese ne รจ stato l’emblema).

Ebbene, sarร  per ragioni familiari e personali (chi scrive รจ stato ed รจ figlio di un democristiano che fu sindaco, e una delle figlie di Mario Sfondrini รจ amica e moglie di un carissimo amico),ย ma noi non ci capacitiamo di come NON si possa vedere a che punto siamo arrivati. A che punto di sguaiatezza, approssimazione, sciatteria, incapacitร  di proiettare lo sguardo e l’azione oltre l’oggi o le prime ore a venire.ย 

La Democrazia Cristiana di Abbiategrasso, dove negli anni Ottanta i cacicchi locali si sfidavano a colpi di congressi, tessere, colpi piรน o meno bassi, cresce una generazione politica (Albetti, Bardazzi, Sfondrini, il giovane Fossati, e diversi altri ancora)ย che sfidiamo chiunque a comparare alla generazione politica e umana succeduta.

Ogni consigliatura che si sussegue ad Abbiategrasso, dal 1994 ad oggi, porta inevitabilmente ad un abbassamento del livelloย anche se cresce talvolta anche se non sempre il livello di scolarizzazione. Ma nessuna scuola ‘didattica’, lo riprenderemo alla fine, varrร  mai quanto la scuola politica mediante cui quei partiti formavano le classi dirigenti a ogni livello.

Oggi, invece, le liste elettorali si fanno contattando gli amici del tennis club, di palestra, di pilates, di aperitivo, gli amici del bar (luogo da noi prediletto, ma non per la selezione di sindaci, assessori e consiglieri).

Ecco in cosa diverge la generazione degli Sfondrini rispetto a quella di oggi. Non ricordiamo neppure quante volte l’abbiamo detto e ripetuto, ma รจ cosรฌ. E’ tristemente cosรฌ.

Pensateci. Pensiamoci. Perchรฉ liquidata quella esperienza storica, umana e sociale, cosa ci rimane? Il grillismo, il nuovismo.. E quelli come Riccardo Ricciardi.

E allora varrร  la pena, ancora una volta, di ricordare quanto scrisse un gigante come Paolo Cirino Pomicino, partendo da una citazione di Platone.

Non torneranno piรน, i tempi e gli uomini alla Sfondrini.

Fabrizio Provera

 

“Ricordava Platone che chi non sa fare un paio di scarpe non si metterร  mai a fare il calzolaio, cosรฌ comeย  chi non sa di medicina non curerร  mai gli ammalati. Tutti, perรฒ, si ritengono allโ€™altezza di guidare lo Stato e il paese.

Nessuna scuola, professionale o classica che sia, potrร  mai dare quel profilo culturale e di sensibilitร  che la politica richiede. รˆ nella vita delle associazioni ma innanzitutto in quella dei partiti che si apprendono e dialetticamente si accettano strategie e programmi.ย รˆ negli enti locali che si matura la prima esperienza, ci si confronta con il potere amministrativo e con la capacitร  di applicare le proprie idee nella realtร  quotidiana.ย E infine รจ nellโ€™attivitร  legislativa parlamentare che si assume una visione dโ€™insieme dei bisogni e delle risposte che essi sollecitano, allenandosi a mantenere sempre viva lโ€™attenzione sugli effetti che una norma legislativa produrrร  sul corpo vivo della societร  e dei suoi legittimi interessiโ€ย 

Paolo Cirino Pomicino

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