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Abbiategrasso, la forza dei grillini che però riscrivono la storia (sbagliando). De Angeli come la Raggi, ecco perché- L’ANALISI

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Una riflessione all’indomani della (riuscita) serata di presentazione al castello Visconteo

ABBIATEGRASSO – L’onda d’urto grillina si è palesata con indubbia forza, nella serata di ieri al castello Visconteo. 120, 130 persone (curiosi esterni compresi) hanno assiepato la sala, analogamente a quanto successe 5 anni fa con Domenico Finiguerra e Cambiamo Abbiategrasso, che col 26.7% dei consensi (e oltre 3mila voti) si impose come prima forza politica della città e sfiorò il ballottaggio.

Eccola la prima debolezza facilmente riscontrabile: i voti di Finiguerra e dei grillini rischiano di elidersi. Siamo certi che parecchi elettori grillini, nel 2012,  votarono per l’ex sindaco di Cassinetta (basta essere minimamente esperti di flussi); pertanto, la residua forza di Finiguerra (vale il 10? Il 12%?) sarà anche, inevitabilmente, una potenziale diminutio del consenso pentastellato.

E questo è solo il primo dubbio sui toni e le parole che abbiamo ascoltato ieri, non senza un malcelato stupore. Perché tutto passa, e tutto è concesso (o quasi), tranne il dire- come ha fatto non uno qualunque, ma Stefano Buffagni, consigliere regionale- che sui temi dell’ospedale, del No alla superstrada per Malpensa e del raddoppio ferroviario i 5 Stelle avrebbero dettato l’agenda. Ma quando mai. Finiguerra cavalca i temi No Tang dal 2002, su ospedale e istituto Golgi si potrà dire tutto, ma non che Angelo Ceretti e Roberto Albetti- tra mille difficoltà- hanno dotato Abbiategrasso di servizi per certi versi straordinari (pensiamo soprattutto al nuovo Golgi).   Senza dimenticare Abbiategusto, rassegna nazionale conosciuta in ogni parte d’Italia che per i pentastellati abbiatensi neppure esiste, a quanto pare.

Sul personale politico è indubbia la volontà di presentare facce nuove, entusiaste e generose. Ma chi le conosce, queste facce? Ad eccezione di Stefano Guaita, che un nome in città ce l’ha e da tempo, e dello zio del candidato sindaco in pectore del Pd Emanuele Granziero i 5 Stelle presentano persone poco conosciute. 

Indiscussa è la capacità organizzativa di Med Mouslih, che tuttavia nel furore grillino sembra dimenticare che prima di lui c’è stato chi Abbiategrasso l’ha governata ed anche bene, al netto e al lordo degli errori. 

Concludiamo con  Barbara De Angeli, il candidato sindaco. In termini di comunicazione politica un vistoso errore l’aver letto un discorso scritto. Era meglio usarlo come spunto. Donna, sicuramente di carattere, un passato di impegno nel mondo del teatro dialettale. La De Angeli ci pare partita col piede (sbagliato) di Virginia Raggi (peraltro, donna di conturbante e indiscussa bellezza) e dei grillini romani, che spesso hanno sostanzialmente detto ‘lasciateci imparare l’arte del governo’. Peccato, come detto lucidamente da Giorgia Meloni domenica da Lucia Annunziata, che non si governa una città- grande o piccola- senza apprendistato, senza avere PRIMA svolto un periodo di tirocinio, come per TUTTE le attività umane. E almeno la Raggi qualche anno d’opposizione in Consiglio comunale  se l’era fatto, la De Angeli neppure quello. Ma questa è la presunta forza grillina. Che per noi è tuttavia una pesante debolezza.

Se volessimo cavarcela con una battuta, aridatece Alberto Fossati.

Fabrizio Provera

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