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Dall'archivio:

Abbiategrasso intitola nuove vie a Pasolini e De Roberto. Nasce anche il parco dell’Amicizia

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

ABBIATEGRASSO – La intitolazione di nuove vie, insomma la toponomastica, è una cosa importante nella vita di una città.

Dare nomi a vie o piazze significa anche tributare un omaggio, ancorché postumo, a scrittori, personaggi storici e autori di imprese dal grande impatto civile o storico.

Ci ha perciò colpito la recente decisione della giunta Nai, che ha provveduto ad intitolare nuove vie ed un parco che interseca diverse vie, tra cui via Legnano.

Ora infatti, siccome sono stati ultimati parte degli interventi edilizi nel Comparto C1, area ad est della rotonda di strada provinciale 183 per Ozzero, la giunta ha deciso di ‘varere’ via Pier Paolo Pasolini (sotto in foto); via Privata Pier Paolo Pasolini; via Privata Federico De Roberto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ stato anche dato corso all’impegno assunto nei mesi scorsi dalla  Giunta a farsi promotrice, con il Comitato di Quartiere di Via Legnano e con l’Istituto Comprensivo Terzani, nell’avviare un concorso di idee che avrà come scopo quello di proporre alla Prefettura , tramite gli opportuni atti di Giunta, l’intitolazione del Parco sito tra le
vie Legnano,F.lli Cervi, Fusè e II Giugno. La decisione è stata quella di attribuire al parco comunale sito tra le Via Legnano, F.lli Cervi, Fusè e II Giugno la
denominazione di “Parco dell’Amicizia”.

Ora, francamente, posto che Amicizia è un bellissimo nome, e che Pier Paolo Pasolini è un grandissimo scrittore, che pur da iscritto all’allora Partito Comunista Italiano ha parlato in modo profetico a persone di qualunque credo politico, è possibile che una giunta di Lega e centrodestra non trovi altri nomi cui intitolare strade e piazze? Nel pantheon del pensiero conservatore, cattolico, liberale e federalista ci sono decine e decine di nomi. Che peraltro uno come Cesare Nai, politico di forti letture (cosa tutt’altro che frequente), conosce bene.

Ce ne vengono in mente solo alcuni: Gianfranco Miglio, Giovanni Testori, Carlo Cattaneo, Jorge Luis Borges, Oriana Fallaci, i Martiri di Vandea (Robecco intitolò loro una via più di 20 anni fa), Carl Shmitt. Nomi, con tutto il rispetto, che sicuramente non sfigurerebbero al cospetto di quelli scelti di recente da Abbiategrasso.

E allora perché la giunta Nai non lo fa? Non lo sappiamo. Sappiamo però che la principale forza di una pubblica Amministrazione è la sua coscienza culturale, storica e identitaria. E ad Abbiategrasso quale sarebbe, questa coscienza?

Fab. Pro.

 

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