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Dall'archivio:

Abbiategrasso, in morte di un barista. Saluti dal bar, Teo Venegoni

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Quando muore un barista, quelli come noi- che passerebbero tutta la propria vita o quasi davanti a un bancone, unico posto al mondo dove magicamente grandezza, miseria, felicità, tristezza, gioia, euforia, rammarico, rimpianto, sogno  realtà si uniscono in una miscela unica ed alchemica- s’alzano in piedi, reggono il calice, fanno silenzio e pensano- o dicono- le stesse parole che Athos Benassi, il ‘Freccia’ di Radiofreccia, ossia Stefano Accorsi, dice davanti alla tomba del padre.

Ossia, saluti dal bar.

Oggi tocca ripeterle, con indicibile mestizia, per un ragazzo di 53 anni, Teo Venegoni, che anni fa ha lavorato come ‘direttore del Bar Castello. Ed è con le parole di Pier Strazzeri, titolare ed anima del Castello, che glielo diciamo. Ancora una volta, col calice colmo di tristezza. Perché l’uomo vede, ma a volte non comprende.

Anche chi sta (sempre, o quasi) davanti al bancone di un bar. Capace di vedere molte più cose di quelli che dai bar ci passano solo frettolosamente.

Perché non sanno che le verità in fondo al bicchiere sono semplicemente irrintracciabili, in qualsiasi (altra) parte del mondo terreno. Poi, sul cosa e come ci sia di Là, neppure un bar è in grado di spiegarlo. Ma di coglierlo, o presagirlo, forse sì.

E allora…. Ciao Teo. Saluti dal bar.

F.P.

Che quest’anno fosse un anno difficile, per non dire di merda, lo avevo già capito il 29 febbraio.
Ma che in tutto questo caos io dovessi salutare IL DIRETTORE non l’avrei mai immaginato, neppure nei miei incubi peggiori.
Si, lo so, il solito leit motiv dice che son sempre i migliori che se ne vanno
In questo caso mi sento di aggiungere che anche ai più buoni succede
Perché il Teo era una persona buona, onesta e corretta
Astemio, anti droghe, non fumatore ovvero le caratteristiche che dovrebbero garantire una vita piena e soddisfacente fino ai novantanni
Ed invece mi trovo a salutare un amico, e anche collega per anni, ad un mese dai suoi prossimi 53 anni
Non ci sono parole di conforto per la sua famiglia che possano lenire tutto ciò
Non ci sono parole nelle risposte che ho ricevuto per ogni chiamata in cui ho dovuto esordire dicendo “siediti che devo dirti una cosa triste”
Era una brava persona con un cuore grande, di poche parole e di un’onestà intellettuale altissima
Per me sarà sempre IL DIRETTORE
Ps: è proprio un anno di merda
Pier Strazzeri

 

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