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Dall'archivio:

Abbiategrasso dice addio a Salvatore Fugazzi, ‘senatore’ del quadrilatero

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

ABBIATEGRASSO – Anni fa il geometra Renato Terraneo (maschera quotidiana di Robecco ‘imprestata’ ad Abbiategrasso),  mentre dava spettacolo (di sè) al tavolino di un bar fasciato in completo scuro di Armani e scarpe (di colore eccentrico) di Cesare Paciotti, ci consegnò una di quelle perle di saggezza che si possono apprendrere (appunto) solo al bancone o al tavolo di un bar. ‘Nan, rigordas che al quadrilatero l’è no duma a Milan, ma anca chi a Biegrass’.

Il quadrilatero cui  faceva cenno l’elegante professionista che ha collaborato a lungo con un nome importante dell’imprenditoria del Leone, Marco Scotti, era ed è quel dedalo di vie raccolte tra piazza Marconi e piazza Castello, che nel lungo Dopoguerra hanno accompagnato la crescita, lo sviluppo e la ricchezza della città simbolo della ‘valle grassa’.

Salvatore Fugazzi (morto oggi dopo aver tagliato nei mesi scorsi il traguardo degli 80 anni), con la sua gioielleria, ha troneggiato sicuro per oltre mezzo secolo con le insegne luminose e dorate del suo negozio di via Cantù.

Stirpe e progenie di commercianti e gioiellieri, i Fugazzi hanno fatto la storia (anche) della ristorazione: Renata Fugazzi lavorava dai genitori negli anni Sessanta e Settanta quando stregò un torrefattore di Corsico, Ezio Santin, che la corteggiò, la sposò e creò con lei l’Antica Osteria del Ponte di Cassinetta.

I Fugazzi sono un cognome noto anche a Magenta, dove il loro nome è legato ad un’altra famosa gioielleria e alla Torrefazione Giacosa di via Roma.

Salvatore Fugazzi troneggiava sicuro dai tavolini del Besuschio (e c’era ancora, e ovviamente, il sciur Attilio ‘sensa nanca al paltò’, ma in eleganti maglioni azzurri o colorati); l’attività è sempre proseguita solidamente, anche dopo che la vita lo aveva provato col più indicibile dei dolori, la morte prematura della figlia Laura.

E così questa mattina sua figlia Elena- che nella foto sorride accanto all’amato papà, cinto da lei e mamma-b ci ha comunicato che ‘il mio papà è con la sua Laura’, adesso.

Nella pace senza fine del Cielo, luogo migliore non esiste. Anche se sottratto allo sguardo di chi rimane da ‘questa parte’.

 

Tempo fa la Confcommercio di Milano aveva insignito la gioielleria di Salvatore Fugazzi e famiglia del prestigioso titolo di bottega storica.

“Regione Lombardia riconosce negozi, locali e botteghe storiche caratterizzate dalla continuità nel tempo, per almeno 40 anni, della gestione, dell’insegna e della merceologia offerta, e da altri fattori, quali la collocazione in strutture di pregio e la conservazione di arredi e attrezzature storici”.

Non poteva né può esserci, seppur nel lessico freddino ed esteticamente non proprio frizzante della burocrazia commerciale, descrizione migliore.

Di certo, il lascìto più importante di uomini come Salvatore Fugazzi è la dedizione che ha fatto da pilastro allo sviluppo economico (e sociale) di una delle città più fortunate della provincia di Milano, anche dopo i colpi di cannone al settore industriale più tradizionale e ad ogni tipo di crisi (compresa quella in corso).

E ancora, ogni volta che passeremo da via Cantù verso sera, faremo memoria del fatto che vetrine lucenti e indorate fanno da ideale contraltare al panorama triste ed all’odore rancido di molte delle dinamiche alla base delle relazioni sociali (ed economiche) che segnano l’oggi.

I negozi come quello della famiglia Fugazzi sono in questo senso delle vere oasi, dove la cura dei dettagli, l’estetica e il buon profumo che si respira all’interno è molto spesso l’opposto di quello che promana un mondo dove non è la ricchezza di un diamante o di un orologio a fare la differenza. E’ proprio questione di stile, di attitudine immateriale, di un commercio fatto di nomi e di persone, non di anonimi corrieri espresso e ‘buongiorno’ o ‘buonasera’ in lingue lontane. Non abbiamo mai creduto nella fede cieca del progresso. Vicende umane (e commerciali) come quelle di Salvatore Fugazzi deporranno sempre a nostro favore.

Siamo vicini ad Elena e a tutta la famiglia Fugazzi. Requiescat in pace.

Fabrizio Provera

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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