ABBBIATEGRASSO – ANPI Abbiategrasso, in collaborazione con Iniziativa Donna, vi invita a visitare la mostra “I fiori del male” mostra foto-documentaria sulle donne in manicomio durante il regime fascista, che si terrà c/o i sotterranei del Castello Visconteo ad Abbiategrasso, dal 14 al 26 Giugno 2022 con i seguenti orari:
LA MOSTRA:
“Il manicomio è pieno di fiori ma nessuno riesce a vederli.” (Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, 1953)
La volontà di restituire voce e umanità alle tante recluse che furono estromesse e marginalizzate dalla società dell’epoca. Durante il Ventennio si ampliarono i contorni che circoscrivevano i concetti di emarginazione e di devianza e i manicomi finirono con l’accentuare la loro dimensione di controllo e di repressione.
Sono figlie, madri, mogli, spose, amanti; sono donne vissute durante gli anni del regime fascista. Ogni viso racchiude una storia, ogni espressione diventa traccia di un percorso personale improvvisamente interrotto, ogni foto è stata scattata per catalogare i caratteri somatici di una nota discordante e renderli visibili a uno sguardo medico congelato su una concezione positivistica della malattia mentale.
Ai volti delle ricoverate sono affiancati diari, lettere, relazioni mediche. Materiali che raccontano la femminilità a partire dalla descrizione di corpi inceppati e che riletti oggi, con sguardo consapevole, possono contribuire a individuare l’insieme di pregiudizi che hanno alimentato storicamente la devianza femminile per isolarli dal nostro orizzonte culturale e non ripeterli sotto forme diverse.
Annacarla Valeriano (che inaugurerà la mostra) e Costantino Di Sante sono gli organizzatori della toccante mostra fotografica.
La mostra è dedicata alle donne, figlie, madri, mogli, spose, amanti, ricoverate – spesso fatte ricoverare – in manicomio durante il Ventennio fascista.
Il fascismo accentuò la repressione femminile, sanzionando in modo aggressivo ogni forma di ribellione e insubordinazione ai modelli sociali imposti: “tra le maglie delle istituzioni totali rimasero imbrigliate anche quelle donne che non seppero esprimere personalità adeguate agli stereotipi culturali del regime o non assolsero completamente ai nuovi doveri imposti dalla “Rivoluzione Fascista”.