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martedì, Marzo 28, 2023
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Abbiategrasso, che bella la ‘Città che Sale’ di Num de Bià

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ABBIATEGRASSO – Gli abbiatensi se la sono potuta godere solo per due giorni, sabato e domenica scorsi, in attesa che (dopo la sospensione decisa ieri a seguito del nuovo Dpcm) si possa tornare a gustarla (difficile, coi venti di coprifuoco in Lombardia, ma fino alla fine si spera) dopo la festa di Abbiategrasso.

Parliamo de La città che Sale, mostra organizzata dal gruppo Num de Bià, formato da Giovanna GiuntaAndrea BajAngelo Parini e Luis Balocchi, allestita nei sotterranei del Castello per rendere partecipe la cittadinanza delle immagini di Abbiategrasso durante un momento storico drammatico, segnato dalla necessaria chiusura sociale che la pandemia da covid 19 ha imposto in tutta Italia (e ovviamente anche nella Città del Leone).

Con un titolo ispirato al futurismo e ad un’opera di Boccioni, il gruppo ha prediletto pose in divenire e alternate, alcune statiche, con protagoniste vie vuote, quasi irreali e altre in movimento, realizzate con la tecnica ICM (Intentional Camera Movement).

Felice la scelta di abbinare alle immagini i testi in biegrassin di Luis Balocch, assieme al contributo di Giovanna giunta, così da mischiare idealmente parole e immagini.

Una quotidianità a volte sospesa, incantata, con la lenta ripresa a partire dal 4 maggio. Dalla ‘fiuletina insci per ti che ta vee con ‘n gir nessun’, ma anche ‘la straa che in fund gh’è l cimiteri nissun gha voeur andà’.

Uno spaccato di città sincero e avvolgente. Una preghiera laica che sale dalla terra la cielo. Inscì par inscì. Num de bià. La lingua contro lo sradicamento cosmopolita (e da Covid).

 

 

 

 

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