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‘A Magenta prove tecniche di alleanza tra destra e Islam Radicale’. Vero, Provera nel 1968 usciva con Brigitte Bardot

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Riceviamo e pubblichiamo

Premetto che ci vorrebbero molte pagine per scrivere su questi argomenti, ma essendo questo post già molto lungo  mi scuso per tagli brutali dovuti alla necessità.

Il 30 Novembre a Magenta presso Casa Giacobbe è avvenuto un incontro organizzato dall’associazione “Il Talebano”, la testa locale online “TicinoNotizie”, “Cultura Identitaria” in collaborazione con la libreria “memoria del mondo”. Protagonisti noti e tendenzialmente vicini alla destra del nostro territorio: Emanuele Torreggiani, Fabrizio Provera, Fabrizio Fratus e Davide Piccardo. Piccardo dal 2011 al 2016 controverso coordinatore del CAIM, Coordinatore Associazioni islamiche di Milano.

Davide Piccardo è salito all’onore delle cronache per via delle sue posizioni molto radicali come il suo appoggio a Erdogan (sue le frasi “mi sono opposto alla tesi secondo cui quella turca sarebbe una dittatura”, “l’identità turca, islamica, popolare e maggioritaria a cui l’Akp di Erdogan ha saputo dare nuovo slancio”), i suoi post Facebook su ebrei e contro Israele (“è finita la pacchia” ha scritto a commento delle immagini dove folle inferocite assaltavano una sinagoga a Parigi durante le proteste contro Israele come riportato anche dal Corriere Della Sera) o le sue posizioni a favore della poligamia (“una battaglia di civiltà” ha detto in proposito e comunque solo a favore degli uomini). Ha ricevuto severi biasimi da esponenti politici di entrambi gli schieramenti oltre che, ovviamente, dalla Comunità Ebraica. Molto criticato da altri esponenti musulmani moderati per via del suo islam politico e della sua vicinanza al movimento dei fratelli musulmani.

Chi non mastica spesso cultura politica, potrebbe dirsi stupito e meravigliato da questo strano connubio tra destra e islam. Facciamo prima un passo indietro. Almeno negli ultimi 25 anni, siamo stati abituati a vedere più o meno questo schema: da una parte la destra che si è sempre sentita vicina agli Stati Uniti d’America nella lotta al terrorismo islamista, in prima linea nel denunciare le derive cultura islamista, le infiltrazioni terroristiche in Europa, oppure i recenti veti sul concedere spazi per moschee; dall’altra parte una sinistra democratica che ha sempre posto il focus sulla distinzione tra islam in quanto tale e derive estremiste difendendo la libertà di culto.

La sinistra radicale in modo uguale e opposto alla destra ha spesso difeso tout court l’islam anche nelle sue manifestazioni più estreme, fino a giustificare il terrorismo come conseguenza delle politiche occidentali. Quella meno nota è stata la posizione di un certo tipo di destra fino a poco tempo fa rimasta abbastanza in sordina, ma che in questi ultimi anni sta riemergendo con forza: la destra tradizionalista radicale erede della destra sociale missina che affonda le sue radici ancora più in là, in un tradizionalismo che ha sempre visto nell’islam politico un alleato. Un modello da contrapporre al decadente occidente corrotto dalla liberazione dei costumi, i diritti di genere e civili. Questa destra vede nella modernizzazione una forma di imbarbarimento culturale dell’Occidente e ritrova in un certo mondo islamico il pregio di aver invece salvaguardato la centralità delle tradizioni e la spinta spiritualista. Una visione che fa riferimento a pensatori francesi come il francese René Guénon e Julius Evola. In Italia recentemente sono emersi scrittori come Pietrangelo Buttafuoco. In misura minore sul piano tradizionalista, anche se non incentrata con l’islam da segnalare Diego Fusaro.

 

 

Sull’evento facebook creato dagli organizzatori dell’incontro c’è una descrizione della serata che recita testuale:
<<A qualcuno non piacerà in quanto non compatibile con la democrazia liberale, ma l’Islam costituisce una testimonianza di attaccamento al sacro che in Europa è ormai sulla via del tramonto.
Chi può negare con tanta sicurezza, dunque, che, nella battaglia contro l’Anticristo, Cristianesimo ed Islam non possano essere alleati?>>

Non so se tutti i partecipati dell’incontro condividono quel comunicato, o solo alcune parti, e non è questo un processo alle intenzioni. Certo è che le parole e la presenza di Davide Piccardo rendono però d’obbligo qualche riflessione.

“nella battaglia contro l’anticristo Cristianesimo ed Islam non possano essere alleati?”… fanno molto pensare questi toni apocalittici e millenaristici, non c’è che dire. Come detto prima non sono posizioni spuntate dal nulla, ma affondano in una tradizione ben precisa.
Pensiamo solo a Mussolini all’inizio degli anni 30 in Libia, dove avviò una forte alleanza con certe autorità islamiche locali definendo le popolazioni del posto “musulmani italiani della quarta sponda d’Italia”. Il fascismo finanziò congiuntamente moschee e istituti coranici, tanto che a Tripoli il governo italiano fu determinante nella creazione della “Scuola Superiore di Cultura Islamica”. L’alleanza era talmente forte che il 20 marzo 1937, Mussolini ricevette dal capo berbero Yusef Kerbisc la “spada dell’islam” proclamando così il dittatore italiano “protettore dell’Islam”. Per non parlare del Gran Mufti di Gerusalemme Muḥammad Amīn al-Ḥusaynī, il leader dei musulmani in Palestina che strinse un vero patto di ferro con Adolf Hitler. Il sostegno di quest’ultimo era fortemente motivato, come potete ben immaginare, dalla comune lotta contro gli ebrei. Già negli anni 30 infatti, nella Palestina sotto controllo britannico, stavano iniziando focolari di guerra civile tra gli arabi e gli ebrei intenti a fondare quello che sarebbe divenuto il futuro Stato di Israele. Le recenti parole del primo ministro israeliano Netanyahu in cui accusa al-Ḥusaynī di essere il vero ideatore della Shoah sono oggettivamente eccessive, è vero però che il Gran Mufti ebbe ruolo importante nell’opera di arruolamento di musulmani da irreggimentare nell’esercito italiano e nelle SS naziste impiegate nei Balcani durante la seconda guerra mondiale. Ovviamente la ragione era anche strategica, le forze dell’asse assieme a parte della dirigenza araba-musulmana vedevano nella Francia, nella Gran Bretagna e le loro colonie un comune nemico.

Andiamo avanti a leggere un altro pezzo della presentazione dell’evento rilasciato dagli organizzatori: <<Le armi chimiche di Saddam, le fosse comuni libiche, le menzogne sulla Siria di Assad, tutte montature per legittimare le esportazioni di democrazia finalizzate al controllo della zona. E chi ha fermato l’espansione dei vari Al Quaeda, Al Nusra, ISIS ecc..? Al netto del fatto che anch’essi difendono i propri interessi, Hezbollah, l’Iran e la Siria di Assad sono stati i principali attori in tal senso. L’Europa può solo ringraziarli.>> Non è questo il luogo per analizzare gli errori dell’occidente in Medio Oriente, ma da qui a elogiare feroci dittatori responsabili di immani stermini oltre che sponsor del terrorismo internazionale, beh lascia alquanto perplessi. Vediamo brevemente chi sono questi gentil uomini a cui dovremmo essere grati.

Saddam Hussein: oltre a essere stato noto dittatore con tutto quello che ne consegue in termini di diritti civili e trattamento degli oppositori politici, è accertato che il 16 marzo del 1988 sterminò tra i 3.500 e i 5.000 curdi con il gas cianuro;

Iran e Hezbollah: La dittatura iraniana iniziata con Khomeini nel 1979 è un regime teocratico oscurantista con il triste primato per più pene di morte eseguite dopo la Cina (la Cina però ha quasi 20 volte la popolazione), il più alto indice di condannati a morte per abitante. Ha fomentato e fomenta il terrorismo sciita in giro per il mondo in collaborazione con il suo alleato libanese Hezbollah.
Recentemente la polizia belga e francese hanno affermato di aver svenato attentato contro dissidenti iraniani a opera di terroristi legati al regime di Teheran a Parigi a Luglio. L’attentato avrebbe potuto realizzare decine e decine di morti ad una conferenza in cui erano presenti anche politici italiani e altri provenienti dal resto del mondo. Accertata la responsabilità per l’attento all’Ambasciata Israeliana a Buenos Aires nel 1992, con 29 morti, il regime iraniano è inoltre il principale sospettato (sempre insieme a Hezbollah) per l’altro attentato ancora a Buenos Aires nel 94 contro il centro culturale ebraico, 89 morti.

La Siria di Assad: Bashar al-Assad dittatore della Siria per un certo tempo ben voluto in Occidente e che faceva sperare in aperture verso la democrazia, con il passare del tempo si è rivelato all’altezza di suo padre nonché precedessore in quanto a spietatezza e repressioni. Tristemente noti i cosiddetti “barrel bomb”, barili bomba lanciati dagli elicotteri contro i civili inermi nella recente guerra civile siriana ancora in corso. Barili bomba che alcuni ritengono abbiano addirittura fatto più morti dell’ISIS.

Questi sono i personaggi a cui dovremmo guardare con spirito di riconoscenza, secondo gli organizzatori. Troppo lungo qui dilungarsi sulla guerra in Medio oriente e le parti in causa, ma possiamo dire che un pezzo di destra più che voler sconfiggere il terrorismo islamista, semplicemente preferisca un certo tipo di estremismo islamico rispetto ad altri e insieme ad esso allearsi contro i valori laici democratici e liberali dell’Occidente. Del resto Franco Freda, estremista di destra condannato per associazione sovversiva e reati d’odio negli anni 70, a proposito del regime iraniano guidato da Ruhollah Khomeyni disse: “La rivoluzione di Khomeini è l’unica vera rivoluzione. Una società sacrale, guidata da un illuminato della verità e non da un illuminista. Il suo Iran mi ricorda l’Europa del Medioevo, e lui è un sacerdote della giustizia. Il sangue tolto ai prigionieri? Sono le tragedie di chi ha delle responsabilità. È meglio salvare i nemici del popolo o coloro che muoiono per la comunità?” (Da un’intervista pubblicata su «Stampa Sera», lunedì 10 marzo 1986). Recentemente anche Matteo Salvini ha fatto diverse aperture nei confronti dell’emiro del Qatar, noto paese sostenitore dell’islamismo politico. Chissà cosa ci aspetta il futuro…

Alessandro Pecoraro

 

Caro Alessandro, grazie per il pensiero e lo sforzo di contenere in una dimensione accettabile un tema tra i più complessi del mondo che viviamo. Mi sfugge solo una cosa: venerdì c’era molta gente al nostro incontro, ma tu c’eri? Perché se ci fossi stato, forse non scriveresti certe cose. Evola oltre a citarlo va letto, così come Buttafuoco (e ti consiglierei anche Carmelo Bene e Franco Freda, già che ci sei). Bisogna poi sentire e se del caso commentare (se ci riesce) quanto ha detto venerdì Emanuele Torreggiani. E tu non lo fai. 

Il tema nodale, posto come riflessione e non come dogma, specie per un difensore della liberal democrazia quale tu sei (noi molto meno, in effetti) è come arginare la deriva marcatamente individualista ed anti comunitaria che attraversa l’Occidente. E il dramma del liberal capitalismo è che di fronte alle decine di milioni di aborti, a leggi ormai sempre più tendenti all’eutanasia, all’eclissi di ogni valore tradizionale contrappone parole come spread, fiscal compact, sovranazionalità, eleggendo a propri modelli personaggi come Emma Bonino, Mario Monti e compagnia cantante. Se voi pensate che la risposta alla ricerca dell’Assoluto che informa di sè l’Uomo da millenni siano le ricette, i valori e gli autori della liberaldemocrazia, dal nostro punto di vista prendete uno storico ed anacronistico abbaglio. E’ stato questo il succo dell’incontro, non tanto prove tecniche di alleanza tra due ‘entità’, diciamo così, che restano su posizioni spesso divergenti (vedi rapporto tra società e religione, e molto altro). Tra Monti e Sofo noi preferiremo sempre Sofo. E quando Francis Fukuyama diede la sua visione liberaldemocratica del mondo nel 1990 (‘la fine della storia’), beh, forse avrebbe fatto meglio a intraprendere una carriera comico-cabarettistica. Un saluto, grazie ancora.

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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