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A Gaggiano tornano le streghe.. e pure l’antifascismo: Comune contro FederAzione

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

GAGGIANO – Streghe da bruciare, o più semplicemente idee (presuntamente lesive di chissà cosa) da immolare sull’altare del politicamente corretto.

A Gaggiano, placida località di cerniera tra Abbiatense e Sud Ovest Milanese, vediamo ripetersi stancamente il copione della censura antifascista che colpisce- ancora una volta- FederAzione, gruppo ormai noto e radicato nell’Abbiatense, tanto che Astrea (gruppo del quale fanno parte diversi aderenti a Lealtà Azione) ha aperto da anni, e condotto diverse attività, una sede in via Damiano Chiesa ad Abbiategrasso.

Senza che nulla,o nessuno, abbia MAI commesso o sia stato MAI accusato di aver leso leggi, norme, regolamenti, dettati costituzionali.

E allora ci fa abbastanza sorridere, essendo adusi a questo genere di prassi (teoria e prassi ci rimandano al pensiero marxiano, ed anche ad Antonio Gramsci.. Chissà se lor signori ‘censori’ li hanno mai letti…), il manifesto recante il logo del Comune di Gaggiano, dove da decenni governa il centrosinistra ed il centrodestra ha raramente visto ‘palla’ (regno per anni di Giuseppe Gatti, democristiano sponda csx che, la buttiamo lì, difficilmente avrebbe vergato certe comunicazioni), da cui il sindaco Sergio Perfetti (rieletto meno di 1 anno fa) e 9 consiglieri comunali ‘esprimono la loro contrarietà’ all’apertura della sede di FederAzione, fissata per il 7 marzo prossimo. 

E’ un copione già visto, trito e ritrito. E a cui chi scrive è da anni ‘aduso’. E allora, ‘ad adiuvandum memoriae’, ribadiamo che Ticino Notizie nella fattispecie ha difeso, difende e difenderà sempre i ragazzi di Lealtà Azione, FederAzione, Astrea e di qualsiasi altro orientamento ideale, compresi i pasdaran della Polisportiva Gesù Buon Pastore, nel nome non di uno sprezzo per la democrazia, ma esattamente per la ragione opposta: è chi si oppone alla libertà d’espressione che fa sfoggio di antidemocrazia.

E poi, lo diciamo a Sergio Perfetti come a tutti i firmatari di un manifesto che evoca tristi scenari (gli appelli antifascisti dei cupi anni Settanta, quando i ‘fascisti’ venivano seguiti, schedati, dileggiati e uccisi a colpi di chiave inglese, come successo al povero Sergio Ramelli), fate lo sforzo di andare a conoscerli, questi ragazzi. Fidatevi, hanno un cuore come il vostro. Fanno, sbagliano, amano, lottano come tutti gli altri. Non sono dei marziani piombati improvvisamente lungo il Naviglio.

Per rinfrescar(vi) la memoria, oltre a pubblicare il manifesto di cui sopra e la replica di FederAzione, riproponiamo per la volta N le illuminanti parole di Massimo Fini. Antifascista, per chi di lorsignori non lo sapesse.. Buona lettura, moderni ‘censori’..

Fabrizio Provera

 

 “In democrazia si deve essere liberi di esprimere qualsiasi opinione, idea, idiosincrasia o disgusto.

Con due soli limiti, che riguardano entrambi il codice penale: non è lecito diffamare persone, fisiche o giuridiche che vivono nella contemporaneità attribuendo loro atti che non hanno commesso (ma per difendere l’onorabilità delle persone c’è il giudizio, a posteriori dei Tribunali, non quello a priori della censura preventiva). Ogni idea, ogni opinione, per quanto appaia aberrante alla “communis opinio” ha diritto di cittadinanza purché non sia fatta valere con la violenza. Punto e fine. Se durante il fascismo qualcuno, in Italia, avesse pubblicato una caricatura di Mussolini sarebbe finito, dritto e di filato, in galera. Ma quello era appunto il fascismo.

La democrazia ha obblighi diversi. Verso se stessa. Scrive John Stuart Mill, uno dei massimi teorici della liberaldemocrazia, nel suo fondamentale saggio “Sulla libertà”: «È necessario anche proteggersi contro la tirannia dell’opinione e dei sentimenti predominanti, contro la tendenza della società a imporre, con mezzi diversi dalle sanzioni legali, le proprie idee e regole di condotta a chi non le condivide, a ostacolare lo sviluppo e, se possibile, a prevenire la formazione di qualsiasi individualità discordante, obbligando tutti i caratteri a conformarsi al suo modello».

Massimo Fini

I consiglieri comunali di Gaggiano che hanno firmato l’appello contro l’apertura della nostra sede parlano della nostra associazione come “attivisti che non si riconoscono nei valori della Costituzione”: la domanda che sorge spontanea è se la Costituzione l’abbiano mai letta o si riferiscano a quella della Repubblica Popolare Cinese.

La sovranità appartiene al popolo (art. 1), doveri di solidarietà economica e sociale (art. 2), diritto al lavoro (art. 4), libertà di manifestare il proprio pensiero (art. 21), difesa della Patria come sacro dovere del cittadino (art. 52): di questo si parla nella Costituzione italiana e non è dato sapere dove sia l’incompatibilità dell’Associazione Culturale Lealtà Azione con questi valori.

Viene spontaneo chiedere al Sindaco e ai firmatari dell’appello delucidazioni circa l’utilizzo inopportuno dello stemma comunale per una comunicazione che non appare certamente di carattere istituzionale: da quando le comunicazioni ufficiali del Comune riportano la sottoscrizione dei consiglieri e in base a che norma dello Statuto quello che è un comunicato politico viene pubblicizzato negli spazi dedicati alle affissioni istituzionali?

Il sette marzo la maschera dell’antifascismo si scioglierà come neve al sole: a fronte dell’apertura di una sede che anche qua come in tutte le città in cui è presente l’Associazione diventerà un punto di riferimento per attività di assistenza sociale, di volontariato e di promozione culturale per tutto il territorio di Milano Sud e gli “appelli di salute pubblica” resteranno solo sulla carta bollata.

Ufficio Stampa Ass. Culturale Lealtà Azione – Federazione

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