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A Gaggiano riparte la caccia (antifascista) alle streghe, ma il disco suona rotto- di Fabrizio Provera

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

GAGGIANO – S’alza sempre prevedibile, nei modi e nei toni, come nei tempi. E’ la caccia alle streghe dell’antifascismo, col copione che si rassomiglia sempre e gli attori in scena che ormai hanno acquisito reciproca familiarità.

Dopo che il Comune di Gaggiano, con tanto di manifesti affissi sulla pubblica piazza, si è dichiarato contrario all’apertura della sede associativa di Astrea (onlus legata a Lealtà Azione), adesso è il turno dell’Anpi.

Che tuona contro (udite udite..) la raccolta e distribuzione di cibo alle famiglie in difficoltà. Sentiamo il disco: “Nonostante la ferma presa di posizione dell’Anpi di Gaggiano e del sindaco che ha espresso la sua contrarietà a iniziative che non abbiano uno spirito di aiuto a tutti – aggiunge il presidente Anpi Milano Roberto Cenati –, la presenza di Bran.co nel supermercato U2 continua. Invitiamo i cittadini di Gaggiano a non aderire a questa iniziativa discriminatoria e la direzione del supermercato U2 e di Unes a rivedere la propria scelta, destinando invece la spesa solidale alle tante associazioni che si prendono cura del territorio, nel pieno rispetto dei valori Costituzionali”.

E quale sarebbe l’offesa all’ordine costituzionale (singolare, in tempi di continua decretazione d’urgenza..), quale il così roboante affronto?

Quello che vedete al fondo del pezzo; una cesta , posta fuori dal supermercato U2 di Gaggiano, dove le persone possono lasciare generi alimentari a lunga scadenza che vengono ritirati da chi ne ha bisogno.

Eccolo, il tanto decantato ‘vilipendio’ alle istituzioni. Pasta, riso, biscotti, farina per chi a causa del lockdown non ha entrate sufficienti. E l’Anpi cosa fa? Sollecita la soluzione del problema drammatico di liquidità che colpisce famiglie, imprese ed esercizi commerciali? No, se la prende con chi- questi problemi- cerca di risolverli. Con chi, senza polemica alcuna, è stato da decine di famiglie- a Gaggiano, come ad Abbiategrasso- e non necessariamente solo ‘italiane’.

A differenza dell’Anpi, infatti, abbiamo avuto l’accortezza di informarci: apprendendo così che Branco, a Gaggiano, aiuta chi ha bisogno. Senza distinguere il colore della pelle.

Che nel paese in riva al Naviglio ci sia uno stato di emergenza lo certifica NON Branco, d’altro canto, bensì lo stesso sindaco Sergio Perfetti. Il quale,  in un post su Facebook dello scorso 28 aprile, dichiara quanto segue. Leggete:

Aggiornamento per buoni spesa :
1- erogati 139 buoni per tot. 43.000 €
2- domande sospese 70
3- domande respinte 21
I buoni erogati sono per la metà spendibili alla U2, l’altra metà nei negozi di vicinato e farmacie gaggianesi.
Prossimamente avremo anche i dati da Caritas.
Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato.
La vostra fiducia nel comune, non verrà delusa.

Quindi, a Gaggiano ci sono attualmente almeno 140, 150 persone che NON hanno possibilità di fare la spesa ma la cui domanda di contributo è ‘sospesa’.

150 persone: giovani, donne, uomini, anziani. Che forse, in silenzio, senza domandarsi se nel 2020 abbia ancora senso la caccia alle streghe dell’Anpi si sono messe in coda, con discrezione, ed hanno attinto da quella tanto discussa cesta.

Conosciamo gli ‘attori’ in campo, come detto in apertis verbis, quindi non ci illudiamo che la musica cambi.

Vorremmo solo e sommessamente dire agli astanti che il disco è rotto, suona una musica stantia e bolsa, e che la risposta al bisogno- e la necessità di superare le ataviche divisioni che hanno ammorbato questa Nazione dopo il 1945- non hanno alcuna ragione d’esistere.

Non pretendiamo che Anpi dismetta i suoi panni, dacché crediamo veramente nella libertà d’espressione. Che tuttavia andrebbe garantita sia a loro che a ragazzi e ragazze di 20 anni che impegnano il loro tempo per alleviare la fame (si, avete letto bene: la fame) di persone prostrate. E’ chiedere troppo, signori?

Fabrizio Provera

 

 

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