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Dall'archivio:

A 101 anni muore Lawrence Ferlinghetti, icona Beat. Il ricordo di Omar Pedrini

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Lawrence Ferlinghetti, uno dei poeti più importanti del `900 e tra i principali esponenti della Beat Generation, è morto ieri – 22 febbraio – nella sua casa di San Francisco, negli Stati Uniti. Aveva 101 anni. Come ha riferito il figlio Lorenzo la causa del decesso del poeta è stata una polmonite. Little Boy, l’ultimo poeta della Beat Generation, il mitico proprietario della libreria City Lights di San Francisco che scoprì Jack Kerouac, poeta, pittore e scaltro promotore della controcultura americana. Lawrence Ferlinghetti era una leggenda. Uno scrittore che ha attraversato un intero secolo. I suoi compagni di strada che si chiamavano Gregory Corso, Neal Cassady, John Giorno, Charles Bukovski.
 Lawrence Ferlinghetti “era di un’umanita’ sconfinata”. E’ commosso Omar Pedrini, ex chitarrista dei Timoria, al ricordo di Ferlinghetti, leggenda della Beat generation, morto oggi a 101 anni, con il quale collaboro’ in numerose occasioni, comprese delle performance insieme.
   “Per me e’ stato un fratello piu’ giovane – racconta Pedrini che, dopo lo scioglimento dei Timoria, oltre a dischi singoli e’ autore e conduttore televisivo -, giovane nel senso che era lui a darmi energia, con i suoi 100 anni a manifestare contro Trump”.
   Pedrini, bresciano, rammenta anche come Ferlinghetti avesse un particolare rapporto con la provincia di Brescia, perche’ suo padre era nato a Chiari, prima di emigrare in America. “Quello che mi piace di piu’ ricordare e’ la sua attenzione verso gli ultimi, come spesso ricordava Fernanda Pivano, e come per gli artisti della Beat generation fu una sorta di padre, sempre pronto a offrire un pasto caldo, un letto a chi ne aveva bisogno”. Come ricordarlo? “Immensa empatia”, risponde Pedrini.

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