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Dall'archivio:

38enne italiano convertito all’Islam arrestato per finalità terroristiche

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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MILANO – Frequentava il centro islamico di Milano “Al Nur” di via Carissimi, non lontano da viale Zara, Nicola Ferrara, italiano convertito all’Islam e radicalizzato, arrestato in una operazione antiterrorismo dei Ros coordinata dalla procura di Milano, con l’accusa di “istigazione al terrorismo aggravata dall’apologia dell’associazione con finalita’ terroristiche denominata Stato Islamico e di adesione mediante la diffusione sulla rete internet”. Il centro, di orientamento sunnita milanese e’ stato fondato nel 2009, ed e’ frequentato maggiormente da persone di etnia bengalese, ma – come emerso durante le intercettazioni – fa capo al movimento Jamaat Tablicj che intende riformare spiritualmente l’Islam.

 

Il cambiamento radicale nei comportamenti di Ferrara, cominciato dopo alcuni viaggi in Qatar ed Emirati, si e’ realizzato compiutamente nel 2015, proprio quando l’Isis era al massimo della sua pericolosita’. Andando avanti col tempo Ferrara si e’ poi convinto di dover applicare la taqyya, cioe’ la dissimulazione, passando dall’ostentazione della veste araba al ritorno ai vestiti occidentali, e raccomandando ad alcuni conoscenti: “Fuori devi mostrare il sorriso mentre dentro li maledici”, con riferimento ai ‘miscredenti occidentali’. Un propagandare “quasi ossessivo” secondo inquirenti e gip quello di Ferrara, 38 anni, di Canosa di Puglia, in provincia di Bari, che si concretizzava soprattuto su Facebook dove era “Issa Ferrara”. Dopo la conversione si era infatti attribuito un nome islamico per poi usare i social diffondendo contenuti di esaltazione del martirio e della guerra santa.

Inoltre  il 38enne italiano che si e’ radicalizzato col nome di ‘Issa’, arrestato stamani su ordinanza del gip Guido Salvini per apologia ed istigazione all’adesione all’Isis, avrebbe frequentato l’associazione culturale Al Nur di Milano, di orientamento sunnita, e 2 minorenni che pregavano nello stesso centro di via Chiarissimi, ai quali avrebbe esternato tesi estremiste. Emerge dall’inchiesta del Ros dei carabinieri e del dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili. (

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