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Magnago, elezioni: i cittadini scelgono il cambiamento con Dario Candiani. Niente dopo Picco

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MAGNAGO Le novità  della tornata elettorale appena finita in archivio rispetto a cinque anni fa sono almeno due. In primo luogo il numero dei candidati in gara, due in luogo dei quattro che gareggiarono nel 2017, segno di una semplificazione del quadro politico magnaghese votata al bipolarismo. Ma, soprattutto, la novità sta nel fatto che i magnaghesi hanno scelto di dare la fiducia a uno schieramento diverso da quello al timone della città negli ultimi cinque anni.
La continuità del governo di Carla Picco, affidata a Gianluca  Marta, infatti, non c’è stata e i cittadini di Magnago e Bienate hanno scelto di convogliare la loro fiducia sull’esponente del centro destra Dario Candiani. Un referendum sull’operato di Carla Picco? In parte si direbbe di sì. Non si può tuttavia non fare notare che, anche sotto il cielo di Magnago, l’astensionismo ha fatto sentire in modo potente la sua voce con più della metà dei 7910 elettori potenziali che ha scelto di disertare le urne. L’esito elettorale ha quindi vissuto sui 3826 voti , pari al 48,37 per cento, dei magnaghesi che hanno invece scelto di esprimere la loro preferenza, come detto, in un quadro sostanzialmente bipolare.
Nell’entourage di Candiani si parla di una “vittoria bella, non scontata e resa ancora più bella perchè ottenuta contro un giovane e bravo candidato sindaco a capo di una coalizione di persone preparate e determinate”. Una resa degli onori all’opposizione che fa ben sperare per il livello del dibattito politico nel futuro consiglio comunale. Candiani ha portato a casa 2003 voti rispetto ai 1855 ottenuti da Picco nel 2017. Ma da considerare è appunto la semplificazione massima avvenuta nel quadro politico magnaghese con una riduzione a metà delle liste. Cinque anni fa, infatti, oltre a Picco furono in corsa Franco Antonio Paolo Bonini, sostenuto compattamente dal centrodestra, Emanuele Brunini, allora per il Movimento Cinquestelle e oggi passato nelle file del centrodestra, e Mario Ceriotti di “Amministrare Insieme”.
Cristiano Comelli

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