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Dall'archivio:

Camillo Langone, gli Eccellenti Pittori.. e Pietro Albetti da Abbiategrasso

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ABBIATEGRASSO  Nudo o arte sacra? Entrambe le cose, nell’unità dell’essere. Pietro Albetti, Circostanze#3. Olio su tela, 127×157 cm, 2022.
Camillo Langone è un nome molto noto per chi segue la cultura (letteraria, pittorica, gastronomica) che si oppone al main stream. Firma del Foglio, e non solo, Langone vive a Parla dove da molti anni conduce una coerente, coraggiosa e spesso solitaria battaglia per l’affermazione (o la riaffermazione) di valori del cattolicesimo NON progressista e del pensiero conservatore e reazionario.

Nel suo girovagare per autori, artisti e pittori, oggi- 16 maggio- Langone porta all’attenzione un bellissimo, intenso dipinto di Pietro Albetti, nome molto noto ad Abbiategrasso.

Figlio di Giuseppe Albetti, morto lo scorso anno, e nipote del vicesindaco Roberto Albetti, Pietro è un artista che (alla maniera di Langone..) segue da anni un percorso artistico coerente.

IL PROGETTO DI ECCELLENTI PITTORI
Ogni giorno in Italia viene dipinto un bel quadro: Eccellenti Pittori lo pubblica.
 

“Il diario della pittura italiana vivente”, recita il sottotitolo. La pittura va intesa in senso stretto: le scorciatoie meccaniche e quindi disumanistiche dovranno accomodarsi altrove. E’ peraltro possibile che, ogni tanto, l’eccezione di una scultura confermi la regola del sito. L’italianità va intesa in senso lato: può considerarsi italiana anche la pittura realizzata da italiani all’estero o da stranieri in Italia. Sul concetto di vivente non si transige: gli autori possono avere dodici anni (come il Michelangelo del Tormento di Sant’Antonio) oppure quasi novanta (come il Foppa dello Stendardo di Orzinuovi) ma in ogni caso devono respirare perché Eccellenti Pittori non è un famedio, non è un cimitero, è la casa della pittura che nasce.

In accordo con il titolo neovasariano, Eccellenti Pittori insieme all’arte pubblica la vita: ossia le foto degli artisti, nei loro studi e nelle loro case.
Di fronte al trionfo della de-naturalizzazione, occorre imboccare altre strade: per riscoprire un’arte umanistica, che sia testimonianza del talento individuale, voce di una verità interiore. Abbiamo bisogno di costruzioni eseguite artigianalmente. Non giochi di parole, ma drammaturgie di colori. Il futuro? Ha un nome antico, eterno: pittura.
– Roberta Smith, New York Times, 2010 –

LA BIOGRAFIA  DI PIETRO ALBETTI

Pietro Albetti, nato a Magenta  nel 1973, si forma come artista all’Accademia di Belle Arti di Brera, e dal 1999 è docente di Educazione Visiva e all’Immagine. Dopo aver partecipato a mostre collettive in Italia e in Europa, esordisce nel 2001 con la sua prima personale presso la Galleria Atelier 13 a Ellwanger in Germania, dal titolo En Plein Air. Le sue opere sono la testimonianza di una ricerca che parte da uno sguardo attento alla realtà, da un piegarsi a ciò che l’occhio vede per restituire attraverso l’immagine la sintesi di un incontro esperito. Il lavoro di Albetti nasce da un’attenzione costante e fedele a ciò che gli è davanti e si sviluppa attraverso un quotidiano contatto con le cose, in un rapporto sempre più intimo e serrato, fino a coglierne l’essenza, la radice, quell’ imprevisto inaspettato che, rivelandosi al suo sguardo, ne manifesta il punto di verità. Il reale, davanti al quale l’artista si misura, è l’immagine visiva e corporea di un’esperienza che racchiude in sé la bellezza del mistero.

 

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