+La crisi Ucraina porta al calo delle semine di riso tra Pavia, Novara e Vercelli

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MILANO  L’aumento record dei costi di produzione provocato dalla guerra in Ucraina taglia le semine di riso con un calo stimato di diecimila ettari in Italia.
A lanciare l’allarme e’ Coldiretti evidenziando che i terreni coltivati quest’anno passeranno da 227mila ettari a 217mila, con un impatto drammatico su un settore strategico per l’economia e l’approvvigionamento alimentare del Paese dove si raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di risone all’anno, oltre il 50% dell’intera produzione Ue, “con una gamma varietale unica e fra le migliori a livello internazionale”. L’organizzazione agricola sottolinea che lo scenario e’ ancora piu’ preoccupante se si considera che a causa del conflitto i consumi alimentari mondiali potrebbero nel tempo spostarsi in diversi Paesi dal grano proprio al riso, secondo il dipartimento dell’agricoltura statunitense (Usda) che evidenzia- segnala Coldiretti- come i mercati cerealicoli globali sono stati colpiti dall’invasione russa dell’Ucraina e dalla la quasi completa cessazione delle esportazioni di grano da quel Paese. L’organizzazione aggiunge che a pesare e’ l’esplosione dei costi energetici con aumenti record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, secondo sue analisi. Coldiretti rileva che a preoccupare e’ anche la siccita’, con la mancata disponibilita’ di acqua che ha pesato nelle fasi inziali di sommersione con il 90% del riso italiano che si coltiva nel triangolo d’ora tra Pavia, Vercelli e Novara, con la coltivazione presente in misura significativa anche in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna. Infine l’organizzazione agricola fa presente che sul riso italiano grava anche la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai Paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione europea nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori.

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