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+Corbetta, caso Ballarini-Vismara: le motivazioni del Gup, ‘nessun reato, relazione sentimentale mero indizio’

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CORBETTA Dopo neppure due mesi dal pronunciamento del Gup risalente all’11 marzo scorso, arrivano le motivazioni con cui Angela Laura Minerva ha assolto il sindaco di Corbetta Marco Ballarini e il comandante della Polizia Locale Lia Vismara.
 

Giunte ben prima dei canonici 90 giorni definiti per legge (che sarebbero decorsi l’11 giugno prossimo), nel documento si legge che uno degli argomenti addotti in sede di accusa e durante il dibattimento- la  “relazione sentimentale”-  e’ un “mero indizio” di un presunto “accordo” tra i due, portato dall’accusa e che “resta isolato”, mentre manca “la prova delle condotte collusive” o “fraudolente” che venivano imputate. Lo scrive il gup di Milano Angela Laura Minerva nelle motivazioni della sentenza con cui l’11 marzo ha assolto Marco Ballarini, sindaco di Corbetta, e il comandante della Polizia Locale del Comune dell’hinterland milanese Lia Vismara.
Entrambi erano accusati di concorso in turbativa d’asta, e solo il primo cittadino di abuso d’ufficio, per la nomina a capo dei vigili della stessa Vismara. Nomina avvenuta nel 2018 nonostante – questa l’ipotesi d’accusa, poi caduta – un presunto conflitto di interessi, avendo i due una “relazione sentimentale extraconiugale”, scriveva il pm, “almeno tra il 2017 e il 2019”.

Le procedure, spiega il giudice, “che hanno portato alla nomina provvisoria e, quindi, a quella definitiva” non hanno “presentato criticita’”, anche perche’ “alla procedura comparativa” non ha partecipato “nessun altro” e dunque la “nomina, in presenza dei requisiti di idoneita’”, che “Vismara possedeva”, era “obbligata”. Non c’e’, poi, “alcuna prova dell’adozione” da parte del sindaco di “mezzi fraudolenti o minacce” nei confronti di altri per arrivare alla nomina di Vismara. Da qui le assoluzioni “perche’ manca la prova della sussistenza del fatto” nel processo abbreviato.

Vismara, inoltre, e’ parte civile nel processo su una presunta vendetta ai suoi danni che sarebbe stata messa in atto da Salvatore Furci, ex comandante della Polizia locale di Trezzano sul Naviglio, arrestato per calunnia e detenzione di droga: avrebbe piazzato, con la complicita’ di un albanese, il 3 gennaio 2020, 5 dosi di cocaina nell’auto della donna ‘colpevole’, a suo dire, di averlo licenziato.

Ed in effetti, a questo punto, diventa Salvatore Furci lo snodo essenziale per la conclusione della vicenda: per le predette cause contro di lui e per il processo (su cui si sono stati due gradi di giudizio) sul suo licenziamento.

Un caso, insomma, di cui sentiremo e si sentirà ancora parlare.

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