CORBETTA Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato dal PD Corbetta:
Anche Corbetta avrà una sua Consulta giovanile. Una notizia che dovrebbe rallegrarci, ma che in realtà ci lascia l’amaro in bocca per come l’Amministrazione ha gestito l’intera operazione, stravolgendo la proposta dei nostri consiglieri Marta Lovati e Davide Russo e mascherandola con la solita pubblicità ingannevole.
Dopo mesi di mancata collaborazione sulla nostra idea infatti, ecco che poche settimane fa
l’Amministrazione decide di rilanciarla intestandosene la paternità. Noi ovviamente aderiamo
all’iniziativa, pur con qualche perplessità circa l’impossibilità – decisa dalla maggioranza – di
emendare il regolamento della Consulta.
Trascorre altro silenzio quando finalmente arriva il bando per partecipare alla Consulta. Bando che però svela una prima sorpresa: per potersi candidare bisogna infatti possedere un indirizzo di posta elettronica certificata, la cosiddetta PEC. Ora noi ci chiediamo: ma quanti sono i ragazzi dai 14 ai 29 anni che in Italia possiedono una PEC? Parliamo di un servizio utilizzato da lavoratori professionisti, non certo da ragazzi che di norma hanno un comune indirizzo e–mail.
Date queste premesse l’esito appare scontato. Allo scadere del bando, su 2.525 giovani tra i 14 e i 29 anni residenti a Corbetta (dati Istat al 2021) soltanto 2 hanno potuto presentare la candidatura. Problema non da poco, visto che secondo il regolamento la Consulta può partire solo se viene eletto un minimo di 5 giovani. A questo punto, l’Amministrazione è costretta a mettere una toppa prorogando il bando, che si conclude (guarda caso) con l’adesione all’ultimo minuto del numero di membri necessario. Ma siccome alle strane coincidenze non c’è mai fine, ecco che leggendo i nuovi nominativi entrati in zona Cesarini si scopre che alcuni di loro erano candidati alle ultime elezioni proprio nelle liste del nostro sindaco.
Come al solito, dietro a iniziative presentate come di interesse per la comunità, si nasconde
l’ennesimo bluff di una maggioranza miope e limitata. Anche questa volta, l’Amministrazione ha
sfruttato una proposta nobile per tutelare i propri interessi e per impedire che la voce dei giovani venga realmente presa in considerazione