Home Archivio Storico Il Carnevale degli Animali al Lirico di Magenta il 27 febbraio 2022

Il Carnevale degli Animali al Lirico di Magenta il 27 febbraio 2022

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Ci siamo lasciati il 29 gennaio, al Lirico, con Totem, Schumann ed il neo-rieletto presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

A distanza di un mese, rieccoci al Lirico, con Totem, Camille Saint Saens ed un conflitto in continente, appena conclamato, ed altre popolazioni in fuga. Non facile fare arte e spettacolo di questi tempi, anche quando un palcoscenico c’è,  le maestranze ed anche il pubblico pure. Non facile mettere da parte ogni ombra e provare a far sentire la voce degli spartiti, delle sceneggiature, e far vivere l’incanto.

Eppure che fortuna, essere al Lirico di Magenta, una domenica pomeriggio nella settimana del Carnevale, ad aprire le danze di una festa che ci consente di tornare tutti bambini, a cercare le rime giuste per il nome dell’animale descritto dalla musica scherzosa scritta, per tutta l’umanità, dall’autore francese.

 >> CON SCALE VELOCISSIME SULLE TASTIERE INFUOCATE
IL COMPOSITORE RAPPRESENTA LE LORO CORSE SFRENATE!
un pianoforte esegue le scale
NELLE PRATERIE DELL’ASIA, SUI MONTI E PER LE VALLI
GALOPPANO INSTANCABILI QUESTI BESTIONI,
SEMBRANO CAVALLI, MA SONO… EMIONI! <<

Lo sapevate che l’asino selvatico asiatico, che banalmente potremmo chiamare cavallo, si chiama, in verità, “emione” ? (Io no, ma qualcuno in sala sì !) Tra una filastrocca e l’altra, eccoci qui a “ripassare gli animali”, a trovare le rime da rispondere al bravo presentatore, riconoscendo poi, nel gioco di suoni e strumenti costruito da Saens Sans, proprio quelle caratteristiche lì, quei movimenti (il galoppo, ad esempio) o quegli ambienti (tra i brani anche uno dedicato all’acquario) del mondo stilizzato e fantasioso degli animali insegnati ai bambini.

Le azzeccate filastrocche introduttive (testi di Antonella Piras), lanciate al pubblico dal bravo presentatore, scandiscono le introduzioni ai 14 brevi episodi musicali (13 più gran finale corale) eseguiti sotto la bacchetta (anch’essa incantata) del direttore Andrea Raffanini dall’Orchestra Città di Magenta.

>> FATE MOLTA ATTENZIONE AD OGNI BESTIA IN ARRIVO:
L’ORCHESTRA NE ACCENNERÀ BREVEMENTE IL MOTIVO.
SIATE BRAVI A NON FARVELI SCAPPARE,
IL TRUCCO È SEMPRE LO STESSO: SAPER “ASCOLTARE” <<

Non ci vuole molto a creare una bolla festosa con mestieranti così bravi.

In primis il “bravo presentatore”, un mattatore molto elastico e burlesco…

sempre pronto col suo testo; altre volte un po’ serioso, questa volta così estroso ! Di lui dicon sia un teatrante, come può saperne tante ??! Tutto dritto se sta al bancone, ma guarda lì che ruzzolone ! Dal librone e dal cilindro, costui porta gran scompiglio! Ma alla fine ci sa fare, porta a tutti…. il Carnevale !

Detto tra noi, Lorenzo De Ciechi dà ancora una volta prova di classe, sempre un piacere vederlo (e seguirlo!) sul palco, ove la professionalità praticata nel lavoro si mette a disposizione del suo notevole e particolare talento.

La classe certo non manca al direttore dell’orchestra, il nostro Andrea Raffanini, a suo agio tanto nelle impegnative sinfoniche del romanticismo quanto nel gioco di palcoscenico e di una suite, quella carnevalesca di Camille Saint Saens, delicata ed intelligente come un… origamo.

Origamo che nel nostro caso è costituito dall’orchestrazione degli elementi : due violini, una viola, un violoncello, un contrabbasso, un flauto, un clarinetto, due percussionisti, e ben due pianoforti ! Bravissimi i ragazzi dell’Orchestra Città di Magenta, impeccabili e partecipi (qualcuno anche direttamente coinvolto nelle gag generate dal testo).

>> E ORA, CARI BAMBINI, SIAMO ARRIVATI AL BELLO:
AD INTERPRETARLO SARÀ IL NOSTRO VIOLONCELLO.
LA FIABA LO VOLEVA BRUTTO COME UN… BROCCOLO,
QUANDO DA PICCOLO ERA… ANATROCCOLO. ” <<

La suite descrive, in 13 brevi brani più il finale d’insieme, gli animali per come si “imparano” da bambini : in modo percettivo ed onomatopeico. L’autore francese la compose durante un soggiorno a Vienna, nel 1886, per estro ed a fini privati. Infatti la sua prima esecuzione, nel febbraio 1922 a Parigi (quindi se ne omaggia il centenario qui al Lirico), avvenne, per di lui volontà, dopo la scomparsa di Sain Saens.

Ad introdurre ogni brano, il presentatore-mattatore che sollecita il pubblico con filastrocche descrittive dell’animale sulla classica base dell’indovinello. La risposta all’indovinello è anche la rima. Un gioco irresistibile, condotto con maestria sul testo redatto da Antonella Piras, non a caso (ci piace ricordarlo!) ‘Rosa Camuna’ regionale ed insegnante elementare di grande empatia con il linguaggio e l’espressività dei piccini.

 

A questa già pregevole compagine, si sono aggiunte, nella seconda parte, ben due cantanti. O meglio, due gatti; no, a voler vedere bene, un pappageno ed una pappagena !

Dorela Cela e Teodora Popovic, soprano e mezzo soprano, hanno reso ancor più divertente (e musicalmente eccellente) il cartellone.  Le due giovani artiste liriche si sono conosciute in Lussemburgo, durante una master class, diventando amiche e complici di uno spirito artistico rigoroso nella tecnica ma aperto al gioco con il pubblico, il quale ha preso forma in un duo artistico non a caso denominato “The funny duo”.

Gusto per il travestimento, grande comunicativa ed espressività teatrale, si uniscono al rigore musicale ed alla brillante vocalità. Eseguono quindi il Duetto Buffo di due Gatti di Gioacchino Rossini ed il celebre duo mozartiano tratto da Flauto magico. Fantastiche !

Il tutto, trasportato su una sorta di arca, quella delle grafiche di Fulvio Marino, capaci, con le loro policromie, ritagli, spruzzi di colore (sì, le semplici tecniche dei “lavoretti” sui cartoncini dell’infanzia!) e piccoli efficaci effetti digitali (per esempio per le bolle dell’acquario), di coinvolgere anche la vista insieme ai suoni.

” GLI ARCHI CI FARANNO VIVERE UN DOLCE MOMENTO
CULLATI DALL’ACQUA E DAL SUO MOVIMENTO
MENTRE IL “FLAUTO TRAVERSO” , (indica) LO VEDETE BAMBINI?
CI FARÀ IMMAGINARE TANTI BEI PESCIOLINI… “

Uno spettacolo bello, equilibrato; ben amalgamato in tutte le sue parti, ha coinvolto e brillato con garbo ed intelligenza.

Garbo, intelligenza e semplicità, ossia il perfetto connubio tra le virtù di un umano adulto e quelle del bambino.

Quei ragionamenti semplici, come certi indovinelli, che san vedere il cuore delle cose che servono per vivere. Non poteva mancare in un pomeriggio di carnevale così speciale per le cronache mondiali, il più grande dei maestri, il maestro dei maestri elementari, il premio Andersen, Gianni Rodari.

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.

Gianni Rodari (1920-1980)

In postfazione, invitiamo il pubblico a non abbandonare la fiaccola delle arti, della cultura, dei gruppi associativi e delle iniziative cittadine. Oggi come non mai il valore del “fare comunità”, della collaborazione, della partecipazione conferma tutta la sua importanza per una popolazione e per una armoniosa crescita dei nostri bambini. Nel nostro comune vi sono diverse realtà, le principali con una solida storia di impegno sul territorio, che propongono arti e cultura per tutte le età, facendo sforzi considerevoli per offrire proposte di qualità a chilometro zero e costi davvero contenuti. L’invito è a seguirle, sostenerle, viverle!

Alessandra Branca ©2022

Proponiamo qui di seguito una Gallery dell’evento; ringraziamo per gli scatti [ con il logo @fotoMilan] di Luciano Milan; altri scatti nostri o di archivio Antonella Piras/Totem Magenta.