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Monet in mostra a Milano, fino al 30 gennaio – Monet, Marmottan e Palazzo Reale: l’arte impressionista e le sue dimore. di Alessandra Branca

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Monet

Monet, Marmottan e Palazzo Reale. Fino al 30 gennaio occasione straordinaria per visitare l’arte impressionista e le sue dimore.
La luce trasfigurata nel suo passaggio tra le fronde ed i petali del giardino di Giverny, la gloria della pittura dell’autore più amato al mondo, Claude Monet, sono certamente una esperienza carica di stupore per il visitatore di questa esposizione a palazzo Reale di Milano, aperta al pubblico dal 18 settembre 2021 ed in corso sino al 30 gennaio 2022.

Ma, se la pittura del grandissimo maestro impressionista è ciò che veniamo ad ammirare e testimoniare, va detto che il cuore profondo dell’allestimento voluto dalla Direzione di Palazzo Reale con Arthemisia, sta proprio nel dialogo – lungo oltre un secolo – tra le dimore dell’arte. Dimore ed amore, come presto appare evidente attraversando le 7 sale che compongono il percorso visivo e conoscitivo della mostra. Paul Monet è stato uno spartiacque nella storia della pittura, con una lunghissima “carriera” artistica, di successo, che non si fermò né con il sopraggiungere della vecchiaia e la cataratta che tanto condizionò (e trasformò) la sua pittura, né con la sua stessa morte. Grazie ai suoi quadri, grazie alle dimore di questi. La celebre residenza dell’artista francese, la villa di Giverny, fu custode per molti anni delle tele del maestro, comprese quelle personali, ad uso privato (Monet viveva per dipingere, non c’è che dire); la residenza dell’amico e cultore di arte neoclassica , Paul Marmottan, museo privato di ogni mirabilia del “primo impero” che il gentiluomo amava collezionare. Ed infine, lo stesso palazzo Reale.

Lo stesso Marmottan si occupò del palazzo milanese adiacente al Duomo, con ricerche ad articoli pubblicati su riviste specialistiche, recuperando da Archivi istituzionali e da fondi privati documenti che oggi costituiscono una fonte importante di informazione per gli studiosi e i ricercatori. Un lavoro di recupero della memoria, di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico di Palazzo Reale che rientra in un più ampio programma di progetto museologico ed espositivo “Musei del mondo a Palazzo Reale” nato con l’intento di far conoscere le collezioni e la storia dei più importanti musei internazionali.
La storia di queste tre residenze di fonde nella materia coloristica delle tele del più grande pittore dell’Impressionismo francese, il quale, negli ultimi anni della sua vita, non cessando mai di dipingere, aprì di fatto la strada all’astrattismo del Novecento, attraverso le tele che egli vergò per instancabile rapporto con la luce ed il colore ma che, dopo la cessione da parte dell’ultimo erede, il figlio Michel, proprio al Musée Marmottan (nel 1966, da allora Musée Marmottan-Monet), divennero ispirazione per i pittori che rivoluzionarono il Novecento artistico europeo.

Mostra Monet Palazzo Reale MilanoInsomma i motivi – ed i meriti – di questa grande, importante esposizione, sono diversi. La cornice ed il suo contenuto, potremmo tradurre.
Entrando nello specifico dei quadri, la mostra offre alla visione del pubblico 53 opere di Monet, tra cui le sue “Ninfee” (1916-1919), “Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi” (1905) e “Le rose” (1925-1926), la sua ultima e magica opera: un prestito straordinario non solo perché riunisce alcune delle punte di diamante della produzione artistica di Monet, ma anche per l’enorme difficoltà di questo periodo nel far viaggiare le opere da un Paese all’altro.
Suddivisa in 7 sezioni e curata da Marianne Mathieu – storica dell’arte e direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi – l’esposizione rende conto dell’intero excursus artistico del Maestro impressionista, a partire dai primissimi lavori che raccontano del nuovo modo di dipingere en plein air e da opere di piccolo formato, si passa ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville e delle sue tante dimore.
È il mondo di Monet, con le sue corpose ma delicatissime pennellate e con quella luce talvolta fioca e talvolta accecante che ha reso celebri capolavori come Sulla spiaggia di Trouville (1870), Passeggiata ad Argenteuil (1875) e Charing Cross (1899‐1901), per citarne alcuni. Ma non solo. Verdeggianti salici piangenti, onirici viali di rose e solitari ponticelli giapponesi; monumentali ninfee, glicini dai colori evanescenti e una natura ritratta in ogni suo più sfuggente attimo.Monet

Davvero una raccolta, in Palazzo Reale, che unisce “l’alfa e l’omega” (come recita la nota del curatore) della parabola artistica di Monet e con essa dei cambiamenti storici e culturali di un intero secolo europeo. Lo stesso Museo Marmottan nasce come collezione privata sul NeoClassico e finì – grazie a raccolte e donazioni allo stesso Marmottan da parte di artisti contemporanei  o loro discendenti per culminare nella lungimirante cessione ereditaria da parte del proprietario all’Académie des Beaux-Arts (1932) – per divenire massimo centro di custodia, esposizione e studio (a beneficio degli aspiranti pittori !) di quel movimento pittorico che “rivoluzionò” il gusto neoclassico da cui partirono i suoi protagonisti.
Terminate le festività, vale davvero la pena sfruttare le tre settimane rimanenti di gennaio per una visita a Palazzo Reale (dove peraltro sono in esposizione altre figure di grande interesse, ne parleremo in altro articolo) ed a questo momento cruciale della pittura di fine Ottocento. Poi, per serbare migliore memoria ed approfondire, val la pena di acquistare il catalogo di Arthemisia in vendita allo shop interno (non mancano cartoline e gadgets meravigliosamente monettiani per portarsi un piccolo “Monet” in tasca…).

Tutte le informazioni su www.palazzorealemilano.it e www.monetmilano.it
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Alessandra Branca ©2021

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