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Erasmus non solo per studenti… ma anche per i prof. A cura di Irene Bertoglio

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MAGENTA – E chi lo dice che solo gli studenti vanno in Erasmus? L’Istituto Duca D’Aosta di Ossona, già conosciuto nel nostro territorio per i vari progetti innovativi che propone, all’inizio del 2020 ha presentato una candidatura per ottenere delle mobilità Erasmus+ per i propri insegnanti. Con grande soddisfazione, l’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire ha approvato con un’ottima valutazione il progetto di “Job Shadowing”, intitolato “Ecosistema scuola: ambienti di apprendimento efficaci per cittadini consapevoli”. Quattro insegnanti hanno così vissuto l’esperienza della mobilità lo scorso ottobre: Ilaria Bernecich, docente di Lettere, Emanuela Pisoni, docente di Lingua inglese, Laura Colangelo, docente di Lingua spagnola e Francesco Volpicelli, anch’egli docente di Lingua spagnola presso i tre plessi della Scuola secondaria. Ecco il racconto di chi ha deciso di non lasciarsi sfuggire l’opportunità di guardare cosa succede al di là dei confini delle proprie aule, alla ricerca di nuove strade per costruire una scuola a misura dei ragazzi del nostro tempo.

 

Da dove parte l’idea del progetto e che cosa significa esattamente “Job Shadowing”?

Il progetto nasce dal bisogno di dare un’impronta più internazionale alla nostra scuola, promuovendo una cittadinanza attiva e democratica orientata alla dimensione europea, opportunità molto preziosa in un contesto in cui la maggior parte dei contatti con altre realtà sono limitati alle comunità locali. Inoltre, negli anni scorsi è stato attuato un percorso di formazione sulla didattica per competenze che, oltre all’intervento di esperti e a momenti di autoformazione e confronto tra gli insegnanti, ha visto l’introduzione della pratica dell’osservazione reciproca: si è poi sviluppata la consapevolezza che le prassi già sperimentate all’interno dell’Istituto avessero bisogno di osservazioni a più ampio raggio e si è pensato che la partecipazione ad un progetto di “Job Shadowing” potesse essere un’ottima occasione per confrontare in una dimensione europea una pratica didattica basata sulle competenze e sulla metodologia laboratoriale. Il “Job Shadowing” è essenzialmente una pratica di osservazione del lavoro e consiste nel trascorrere un periodo, nel nostro caso una settimana, all’interno di un altro ambiente didattico in una scuola estera, confrontandoci con i colleghi, raccontando la nostra esperienza di insegnanti, ascoltando esperienze nuove, ma comunque sempre imparando.

Dove si è svolta questa bella ed inusuale esperienza?

La scuola ospitante è stata la Scuola Europea di Lille, con la quale abbiamo progettato il nostro soggiorno nel corso dell’anno scolastico 2020-2021. La Scuola Europea è una nata per accogliere alunni provenienti dai diversi paesi europei, che vogliono conservare la propria lingua e la propria cultura, nell’ottica di un confronto e di un’accoglienza reciproca. Siamo stati accolti da due dirigenti davvero meravigliosi, Audrey e Romain, che ci hanno subito trasmesso passione e amore per la scuola. Esiste un modo per sognarla, stando con i piedi per terra: si chiama progettare insieme!

 

 

Come avete trascorso questa settimana?

Giorno dopo giorno ci siamo avvicendati in aule, lezioni, attività diverse: dalla scuola dell’infanzia, che ci ha fatto assaporare la bellezza dei primi passi nell’apprendimento, alla scuola primaria con il bellissimo lavoro volto allo sviluppo dell’autonomia, alla scuola secondaria, un po’ più simile alla nostra, alle prese con le domande e le aspettative degli adolescenti, sempre ricchissimi di energia e sempre esigenti, proprio come a casa nostra. Osservare ha stimolato in noi tante discussioni, progetti, confronti, autocritiche. È incredibile la quantità di spunti che si raccolgono quando ci si dà il tempo di rallentare e semplicemente di guardarsi attorno, con occhio attento, critico e curioso!

Quali riflessioni portate a casa?

La scuola deve cambiare, deve crescere con i suoi alunni, con i tempi che mutano.  Entrare in realtà scolastiche diverse dalle nostre, in silenzio e in punta di piedi, ci aiuta a riflettere sulla direzione da seguire, per non essere miopi e non perdere le opportunità di cambiamento che sono sotto i nostri occhi… A chi insegna con la nostalgia e lo sguardo rivolto ai tempi passati, quando insegnare forse era più semplice, rispondiamo con l’entusiasmo degli insegnanti che desiderano cambiare per crescere. L’esperienza non si è certo conclusa con il nostro rientro: è subito iniziata la fase di disseminazione, con alunni e colleghi.

 

 

Che clima avete riscontrato di ritorno a “casa”?

I ragazzi, desiderosi di conoscere una nuova realtà, ci hanno sorpreso con le loro domande, precise e pertinenti, e avrebbero ascoltato i nostri racconti per ore. Si sono mostrati entusiasti e disponibili ad avviare collaborazioni internazionali (siamo già partiti con un piccolo progetto che prevede la collaborazione per la stesura di un articolo che verrà pubblicato sul giornalino scolastico della Scuola Europea di Lille!). Per quanto riguarda i colleghi, il nostro desiderio è quello di contagiare con l’entusiasmo suscitato dalla nostra esperienza. Non vogliamo fermarci ai racconti, ma gettare semi che possano dar vita a progetti e iniziative importanti per il nostro Istituto. A questo proposito, il 1° dicembre 2021 si è tenuto un Focus group al quale hanno partecipato i docenti interessati dei tre ordini di scuola: è stata l’occasione di illustrare la grande quantità di spunti e stimoli che ci siamo portati a casa, legati in particolare ad alcune tematiche (valori condivisi, sviluppo dell’autonomia, metacognizione, responsabilizzazione, promozione della lettura, educazione all’uso della voce, team building), ma anche e soprattutto per stimolare la riflessione personale e avviare una progettazione di gruppo relativa ad elementi concretamente introducibili nella nostra realtà. Nei prossimi mesi altri docenti si prepareranno a vivere l’esperienza del “Job Shadowing”, presso altri Istituti scolastici europei. Siamo certi che a loro volta torneranno carichi di idee da tradurre in pratica…qui e ora! È solo l’inizio ma ci crediamo davvero!

E allora complimenti, buona avventura e avanti tutta!

Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima”. Dirige la collana editoriale Scripta Manent della casa editrice “La Memoria del Mondo”, di cui è responsabile a livello di ideazione, progettazione e revisione di tutti i testi relativi. L’autrice è contattabile all’indirizzo psicologiadellascrittura@gmail.com.

Il suo sito professionale è www.irenebertoglio.it.

 

a cura di Irene Bertoglio

 

 

 

 

 

 

 

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