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Abbiategrasso: calzettoni abbassati, estro (e ‘co da legn’..): Gallo, non ti dimettere.. di Fabrizio Provera

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 
ABBIATEGRASSO – Intervistato sulla scelta di tenere i calzettoni al livello della caviglia – neanche dello stinco, come accade normalmente –, Omar Sivori rispondeva di preferirli al calzettone portato medio o medio-alto per una semplice questione di comodità. Una risposta semplice e demitizzante.
. Certo è che già con Sivori, tanto forte quanto matto, si delinea quello strano legame tra calzettone basso e ribellione interiore. Quest’ultimo aspetto esce fuori con più prepotenza nel calciatore moderno, più vicino ai riflettori e quindi portatore (più o meno consapevole) di un messaggio extra(meta)-sportivo. È il caso di Gigi Meroni, George Best italiano. In un momento storico in cui vestirsi col pantalone a zampa o stretto alla caviglia può indicare l’appartenenza ad un certo contesto sociale e politico, portare il calzettone basso non è un capriccio legato all’estetica, ma il segno tangibile del proprio essere. Accade d’altra parte anche oggi, ma con altre forme (tatuaggi, capigliature strambe, scarpini fluo) e ben altri messaggi.

Dalla (bellissima) rivista on line Contrasti

 

Ai tempi in cui Emanuele Gallotti in arte Gallo pontificava dal bancone del bar Tropical di via Toti, uno degli avventori- il grande metronomo dei centrocampi Gianluca Bianchi, detto Cranio, gloria sportiva degli anni Novanta, fermato solo dagli infortuni (il fratello Andrea, difensore tenace, arrivò a giocare persino nel Monza), ci rivelò che ai tempi dell’Ozzero il Gallo giocava coi calzettoni abbassati.

Che cosa significhi, ve lo abbiamo appena descritto con le parole (profonde) dedicate a due campioni dell’estro come Omar Sivori e Gigi Meroni.

Giocare coi calzettoni bassi equivale a una manifestazione di prepotente chiarezza, esternare una ‘certa visione’ del calcio (e non solo).

Se accogliamo che l’estro è una delle caratteristiche principali dei ‘calzettoni bassi’, allora il Gallo lo è in pieno: estroso, talentuoso, magari difficile da gestire.

Succede che il Gallo, impegnato negli ultimi mesi ad organizzare fiera Agricola ed Abbiategusto (non facile, in tempi di post pandemia), abbia dichiarato in Consiglio comunale di volersi dimettere dopo la kermesse che scatta domani.

Diciamo- non è un mistero- che il Gallo, ancorché non citato, se la sia presa a male per il pezzo in cui settimana scorsa abbiamo duramente criticato l’edizione 2021 di Abbiategusto.

Non pensiamo di essere così determinanti, tuttavia se in qualche remoto modo il Gallo si fosse sentito colpito da quanto scritto rettifichiamo con fermezza. Crediamo che l’estro, la fantasia, la visione e il modo passionale di affrontare la politica del Gallo siano un patrimonio, per tutta la città. L’utilizzo o reutilizzo della fossa, del centro e le idee su arredo urbano e valorizzazione dei monumenti più importanti di Abbiategrasso sono un patrimonio, che le eventuali dimissioni disperderebbero a nocumento di tutti.

Certo, come tutti gli estrosi il Gallo ha anche quello che in dialetto si chiama ‘co da legn’, testa dura o di legno.. La si perdona, ai talentuosi. Basterebbe ‘calmierare’ e contemperare i due aspetti; un tocco (o colpo) all’estro, uno all’esigenza di dare ascolto (anche) alla parte di raziocinio e riflessività. Essere team, coinvolgere il team, ascoltare il team, decidere insieme al team (ma ovviamente decidere, perché decidere è sempre meglio che discutere ad libitum.. e ad cazzum).

Certo, ai giocattori dai calzettoni bassi bastano pochi minuti, un guizzo o un fraseggio per andare in rete. Ma anche in quel caso, sono parte di una squadra…

Non ti dimettere, Gallo.. Le partite sono scialbe, senza i giocatori estrosi..

Fab. Pro.

(la foto col Gallo in versione Olanda Mondiali del 1974 è del socializer Max Ilardi)

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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