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Milano, al Pac mostra sui disturbi alimentari giovanili fino al 24 ottobre

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MILANO  Nove ragazze e un ragazzo affetti da disturbi del comportamento alimentare sono i protagonisti di una mostra fotografica in programma da oggi fino al 24 ottobre al Pac, Padiglione d`arte contemporanea.

Si tratta del nuovo progetto di “Ri-scatti”, associazione di volontariato che dal 2014 realizza progetti di riscatto sociale attraverso la fotografia, dal titolo “Fino a farmi scomparire”. Curata dal conservatore del Pac, Diego Sileo, l`esposizione si propone di superare il mito occidentale della magrezza come sinonimo di bellezza e di perfezione, sottolineando tuttavia come questo non rappresenti la causa prima della malattia. Tutte le fotografie e il catalogo saranno acquistabili e l`intero ricavato sarà utilizzato per supportare le attività dell`Associazione Erika con sede presso l`Ospedale Niguarda di Milano, a sostegno sia dei pazienti affetti da disturbi alimentari sia delle loro famiglie.

Cento fotografie raccontano storie diverse tra loro, di sofferenza, di disagio, di paura, nelle quali l`idea di poter controllare lo stimolo della fame e di poter vivere senza il cibo diventano gli unici obiettivi da perseguire e ai quali rivolgere tutti gli sforzi per poter annullare la propria fisicità, per poter limitare la propria presenza, quasi in un disperato tentativo di voler scomparire. La mostra vuole anche porre l`attenzione sulle responsabilità collettive di una società condizionata dai social media, dove l`esibizione del corpo è un potente mezzo di comunicazione e di relazione, e dove essere magri diventa il requisito indispensabile per essere e sentirsi accettati. Rischi che oggi viaggiano anche attraverso pericolosissimi siti internet, blog e forum “pro anoressia” e “pro bulimia” che forniscono criminali istruzioni per diventare sempre più magri.

Le esperienze in mostra sono quelle di Alessandra, Alessia, Anna, Emanuela, Emanuele, Federica, Giulia, Silvia, Sofia e Teresa. Dopo un workshop di tre mesi realizzato sotto la guida di Amedeo Novelli – che, insieme a Stefano Corso e Federica Balestrieri, rappresenta l`anima di Ri-scatti – hanno trovato il coraggio e la forza di raccontarsi con la macchina fotografica in mano, di mostrarsi con tutte le loro fragilità e insicurezze, provando anche a sensibilizzare l`opinione pubblica su forme di dolore troppo spesso ignorate, considerate da molti un solo capriccio adolescenziale o addirittura una moda giovanile. Un disconoscimento della malattia ancora molto diffuso, una negazione a tutti i livelli, dalla società ai familiari, dalla scuola al medico di base.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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