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IEO/2, per il tumore al seno terapia ‘chemioterapia free’

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MILANO  Da un lato la chirurgia che ha ridotto al minimo il suo impatto sul corpo femminile, dall’altro “un fermento senza precedenti” sui nuovi farmaci. E’ un viaggio “verso una cura ‘chemio-free'” quello raccontato dall’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, che annuncia la sua strategia dal palco di ‘Ieo per le Donne’, giornata ideata tanti fa dall’oncologo Umberto Veronesi per offrire una condivisione di esperienze di malattia e di rinascita. In platea le pazienti dell’Irccs, che dopo il periodo buio di Covid sono tornate a riunirsi al teatro Manzoni del capoluogo lombardo.
“La chirurgia è meno invasiva grazie ai trattamenti pre-operatori – spiega Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia dell’Ieo – che permettono sempre più spesso di conservare il seno ed anche i linfonodi ascellari, anche se questi risultavano malati prima del trattamento, grazie alla biopsia del linfonodo sentinella. Le tecniche ricostruttive intanto si sono fatte sempre più personalizzate e accurate per restituire alla donna la sua immagine corporea di sempre”. Per l’esperto “è ragionevole porsi l’obiettivo di una terapia chemio-free per il tumore del seno”. Per esempio nei tumori ormono-dipendenti a bassa proliferazione cellulare che dipendono dagli estrogeni “si utilizzano farmaci antiestrogenici senza chemioterapia”.
 

La metastasi “non è più una condanna e la chemioterapia, che a volte spaventa le donne quanto la malattia, viene sempre più di frequente sostituita con farmaci mirati sul profilo genico del tumore di ogni paziente”. E, ancora, “per altri tipi di tumori dipendenti dagli ormoni, ma più aggressivi perché a proliferazione cellulare più elevata, il nostro sistema sanitario mette a disposizione dei nuovi test genomici che consentono di capire se la chemio possa dare o meno un reale vantaggio alla paziente”.

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