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++L’incendio e gli arresti di Mortara: dalle indagini della Procura odore (acre) di ndrangheta

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MORTARA Come abbiamo scritto poche ore fa, sono inquietanti i retroscena ed i particolari dell’indagine che stamani ha portato a tre arresti per l’incendio del 2017 all’impianto rifiuti di Mortara. Spunta infatti, nella ricostruzione dell’agenzia Ansa,  anche l’ombra della ‘ndrangheta nell’inchiesta del pm di Pavia Paolo Mazza e del pm della Dda milanese Silvia Bonardi che oggi ha portato a tre arresti per il caso del maxi incendio, avvenuto nel 2017, all’interno dell’impianto di trattamento di rifiuti ‘Eredi Berte”.

 

Emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Milano Guido Salvini, che da’ conto di “un episodio laterale rispetto ai fatti oggetto” della misura cautelare “ma rilevante al fine di comprendere l’insieme della vicenda”, ossia presunte minacce all’ex moglie di Vincenzo Berte’, amministratore unico della societa’ finito in carcere per aver dato fuoco ai “rifiuti stoccati”, assieme ad un altro amministratore  anche lui arrestato.

Nel maggio 2019 l’ex moglie del titolare dell’azienda avrebbe ricevuto minacce, come “stai zitta altrimenti ti faccio fuori”, da un presunto ‘ndranghetista gia’ “coinvolto” nella maxi indagine Infinito del 2010 “come componente di una Locale” del Milanese. Il motivo delle minacce, spiega il gip, “risiedeva nei dissidi” tra la donna e l’ex marito sulla “gestione dell’impianto e delle altre societa’ collegate”. E l’ombra della ‘ndrangheta, scrive il gip, “getta una luce poco rassicurante sull’episodio di minaccia in danno della testimone”.
La donna, tra l’altro, ha spiegato agli inquirenti di essere “certa che l’incendio sia stato dolosamente appiccato” dal marito “perche’ anche B. me lo confermo’ la sera stessa, il 6 settembre 2017, nel corso di una conversazione (…) In quel frangente mi disse che era stato necessario incendiare l’impianto a causa delle difficolta’ economiche dell’azienda, per incassare l’indennizzo dell’assicurazione ed anche perche’ sicuramente all’esito del sopralluogo dell’Arpa l’impianto stesso sarebbe stato chiuso per le irregolarita’ nello stoccaggio”. Ai domiciliari, non per l’accusa di incendio, e’ finito anche l’amministratore di un’altra societa’, la Mwr srl.

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