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1 luglio 2020, tris di donne a capo dell’Europa – di Mariarosa Cuciniello

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Il primo luglio succederà qualcosa di storico. Come ha scritto Flavia Perina su Linkiesta: “per un allineamento senza precedenti dei pianeti della politica, l’Europa si troverà nelle mani di tre donne”. 

Dal primo luglio 2020 una terza donna sarà al vertice dell’Unione europea: Angela Merkel guiderà la presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione Europea.

La prima in ordine cronologico è Christine Lagarde, avvocato e politica francese di lungo corso, è stata ministra della Repubblica Francese e direttrice del Fondo monetario Internazionale. Dal 2019 ha assunto la carica di Presidente della Banca centrale europea diventando la prima donna a ricoprire questo incarico.

Poi arriva Ursula von der Leyen, figlia di un funzionario europeo, politica tedesca, è stata ministro nei vari governi Merkel. Nominata a luglio 2019 dal Parlamento europeo, a dicembre assume la carica di Presidente della Commissione europea.

Per Angela Merkel è un ritorno a Bruxelles: già nel 2007 era stata alla guida del semestre tedesco e fra i leader di allora soltanto la cancelliera è ancora in carica.

 

Questo semestre è di sicuro uno dei più difficili della storia: è il periodo dell’emergenza Covid-19, la pandemia non è terminata ma è anche il momento di una ripresa che dia ossigeno alle economie europee e per questo periodo, la storia sembra aver dato una spinta e aver messo a capo la più longeva e autorevole politica che da decenni è sulla scena europea e mondiale, appunto la cancelliera Merkel.

La presidenza tedesca

Eravamo rimasti che la lunga era di Angela Merkel, leader della CDU dal 2000 e cancelliere tedesco dal 2005, sarebbe finita il prossimo anno.

La Merkel ha guidato la Germania in tutte le crisi recenti: 2007-2008,2011-2012, ora la pandemia mondiale. Ha sempre garantito coerenza nell’approccio tedesco al processo decisionale europeo.

Eppure i movimenti dei pianeti l’hanno messa a fianco di altre due donne che hanno in comune esperienza politica, governativa e di vivere in un periodo mai riscontrato nella storia europea.

Prima del covid Angela Merkel era vista come il politico pronto all’uscita di scena, invece proprio l’emergenza sanitaria l’ha rinvigorita: ha ripreso in mano non solo la guida del suo paese (che stando agli esperti è il migliore che ha gestito la pandemia), è cresciuta nei sondaggi, ha continuato soprattutto a svolgere il suo ruolo di statista in Europa: forse in mancanza di una nuova leadership europea, toccava alla cancelliera prendere una posizione forte e influente per salvare l’eurozona, aprendo così la strada al Recovery Fund della Commissione UE. “È la più grande sfida  nella storia d’Europa – ha dichiarato al Bundestag – “ e come l’Europa affronta questa pandemia a confronto delle altre regioni del mondo determinerà la prosperità dei cittadini europei e il ruolo dell’Europa del mondo”.

Le priorità del suo mandato sono: il superamento dell’emergenza covid-19 contenendo la diffusione del virus, la ripresa economica sfruttando l’innovazione e la digitalizzazione, trovare l’accordo sul bilancio UE in linea con le trattative del Consiglio Europeo. “La Germania sarà il mediatore leale a favore dei compromessi e delle soluzioni di convergenza per gli interessi dei 27 paesi”.

E l’Italia?

L’Italia rimane in attesa dell’esito dell’eventuale accordo sul Recovery Fund e delle trattative sul  bilancio 2021-27 (il 17 e 18 luglio si terrà la prossima riunione del Consiglio europeo, sarà uno dei momenti cruciali in vista del possibile via libera ai fondi europei a favore dei Paesi più colpiti, Italia in primis. Potrebbero però essere necessarie ulteriori convocazioni e su questo la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva spronato i leader ad impegnarsi per giungere ad un’intesa prima della pausa estiva).

Ritornando ai movimenti dei pianeti,  la notizia di tre donne alla guida dell’Unione europea fa piacere perchè sa di qualcosa di storico con un contesto, come detto prima, difficile e nuovo.

In Italia invece si discute ancora di quote rosa e di problemi di emancipazione.

 

Contrariamente al caso europeo questa crisi è stata indubbiamente poco gestita e guidata da donne a livello di vertice di potere (presidenza del consiglio, ministeri chiave, capo protezione civile…).

 

Vittorio Colao ha dichiarato che tra le priorità della task-force c’è l’attenzione alle pari opportunità per il rilancio del paese. Nel frattempo  i dati dell’Ispettorato del Lavoro dicono che 37.000 donne nel 2019 hanno lasciato il lavoro dopo la maternità. La maggior parte nelle regioni più produttive del nord.

ll Comitato europeo dei diritti sociali (Ceds) del Consiglio d’Europa si è espresso recentemente sull’Italia dichiarando che  “L’Italia non ha rispettato l’obbligo di adottare misure per promuovere il diritto alle pari opportunità delle donne nel mercato del lavoro”, lo definisce un paese “che ha fatto insufficienti progressi misurabili nel promuovere uguali opportunità per quanto concerne una pari retribuzione”.

 

Basti pensare che i paesi nordici (ma anche la vicina Francia) hanno sempre favorito politiche di conciliazione e di welfare per agevolare le donne mamme e lavoratrici.

Da noi si parla solo adesso di smartworking che per molti lavoratori, le donne in primis, è stato più un homeworking con carico di lavoro e di cura non certamente agile. Anche la proposta del  bonus per le donne manager, è stata poco accolta,  perché con 600 euro non si possono pagare certo master blasonati per manager.

 

Se in Italia dobbiamo aspettare il tempo delle leadership femminili, in Europa c’è la possibilità di vedere tre donne in posizione apicale giocarsi una partita difficile.

E come dice la Perini su Linkiesta: “ Sappiamo come gli uomini hanno gestito la precedente crisi planetaria dei subprime – con quali tempi, quali decisioni, quali ambiguità – e ora avremo l’occasione di vedere questo terzetto di formidabili signore misurarsi con un analogo disastro.”

Appunto siamo ad una svolta politica e storica, ci auguriamo che nonostante tutto il triumvirato rosa possa portare delle soluzioni giuste e pragmatiche per il futuro dell’Europa e dei suoi cittadini.

Mariarosa Cuciniello

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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