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Dall'archivio:

Robecco, sabato alle 15 i funerali di Romeo Mantovan. Il commiato di Riccardo Grittini

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

ROBECCO SUL NAVIGLIO – Tutta Robecco è ancora sgomenta per la morte improvvisa, a 55 anni (i 56 doveva ancora compierli), di Romeo Mantovan, titolare assieme alla sorella Costanza del ristorante pizzeria Guascoro di via Adua.

Le esequie funebri di Romeo si svolgeranno domani, sabato 11 novembre, dalle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Robecco, prima col Santo Rosario e poi con la messa di suffragio.

Successivamente, il corpo di Romeo verrà cremato.

Oggi ci è giunto un bel ricordo di Romeo Mantovan scritto da Riccardo Grittini, il giovane consigliere comunale della Lega Nord di Corbetta. Ve lo proponiamo integralmente.

Da ora i pranzi non saranno più gli stessi.

Da due anni a questa parte tutti i mezzogiorno ero a pranzo da Te , tranne il venerdì perché eri troppo preso a preparare la cena e non avevi tempo da dedicarmi. Come aprivo la porta mi venivi incontro e mi facevi segno di accomodarmi e, nell’imbarazzo della scelta, sceglievo sempre il mio tavolo preferito. L’ultimo tavolo in fondo vicino alla vetrata, il mio preferito perché così in inverno potevo stare vicino al calorifero e in estate nel punto più fresco della sala.

Non avevo quasi neanche il tempo di sedermi , che subito mi portavi al tavolo “la solita gasata e l’insalata mista” – un piatto così semplice,  ma quella del Romeo aveva un gusto particolare, diversa da tutte le altre, la più buona . Io ti guardavo e ti dicevo ” giamó? Ta ghe freta? Ghe chi tropa gent da dag da mangià?” anche se, solitamente, oltre a me, c’erano al massimo altre 3 persone.

Con la tua solita battuta e il tuo sorriso iniziavamo a parlare di calcio, politica, sport e, si, alla fine si finiva sempre a parlare del Naviglio, del Ticino, dei nostri paesi, di funghi, di cibo e di un’infinità di altri argomenti a noi cari.

Poi, sotto di corsa con il primo o il secondo che proponevi con quell’entusiasmo che ti ha sempre contraddistinto e che faceva sembrare un semplice piatto ricco di sentimento,  un piatto pluri stellato. Capitava spesso che tra le 13 e le 13.30 qualche cliente entrasse per mangiare qualcosa, ma tu, con la tua gran classe, rispondevi che la cucina era già chiusa.

A quel punto di mi sentivo di troppo, quindi caffè. Arrivavi con i due chicchi che avevi iniziato a portarmi quasi per scherzo e che, col passare del tempo, erano diventati un rito quotidiano. Poi ci salutavamo.

Molte volte, scherzando, ho sempre cercato di chiederti  come mai a pranzo quasi tutti i tavoli fossero vuoti, ma non mi hai mai risposto, anzi iniziava a parlare della Pizza della sera!

Così una sera,  prima di andare ad una riunione politica, io e la mia Saretta abbiamo deciso di andare a mangiare la pizza dal “Guascoro”. Erano solo le  19.45 quando siamo entrati nel ristorante. Ci hai guardati, hai sorriso e mi hai detto:

“Il forno è quasi spento, però, essendo la prima volta che vieni alla sera a mangiare la mia pizza, siete ancora in tempo”. Passiamo il solito  “triste” divisorio in legno,  entriamo nella sala e, rimanendo a bocca aperta,  ci ritroviamo di fronte ad una stanza gremita di commensali. Sorpreso di vedere così tante persone, sono andato a sedermi al mio solito tavolo.

Solo adesso, che non ci sei più, mi sono accorto che eri diventato per me un punto di riferimento. Una persona che mi ha dimostrato quanto sia importante avere passione per le cose che si fanno.

Non ci siamo mai incontrati fuori dalla tua trattoria, ma vederci tutti i giorni ci aveva permesso di creare un legame di amicizia, quasi come fossi un fratello maggiore con il quale confidarmi e scambiare consigli. A volte ti vedevo anche più spesso dei miei genitori e della mia fidanzata e, anche senza volerlo, eravamo diventati confidenti.

Vorrei scrivere i tantissimi ricordi, le chiacchierate, anche qualche discussione (ultimamente avevamo visioni politiche un Po diverse) e soprattutto le risate.

Sarà impossibile da non sentire il vuoto che lasci.

Ciao Romeo,

Il tuo Richi leghista, come ti piaceva chiamarmi.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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