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Personaggi del Ticino: sì, viaggiare… incontro con Vincenzo Tonetti

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MAGENTA – Credere che un bambino di dieci anni, la mattina, prima di andare a scuola, corra all’edicola più vicina a casa a comprare il Corriere della Sera, perché interessato ai fatti di cronaca, ma soprattutto ai  reportage firmati da grandi giornalisti, appare difficile. Ma il piccolo Vincenzo Tonetti, alla fine degli anni Quaranta, questo faceva, affascinato come era da quanto scrivevano penne prestigiose del quotidiano di via Solferino, quali Indro Montanelli, Luigi Barzini junior e G.B. Rossi. La televisione non era ancora arrivata nelle case degli Italiani. C’erano, è vero, i libri d’avventura e le enciclopedie sugli scaffali delle camerette dei ragazzi a ispirare sogni di un altrove lontano, diverso, da esplorare e conoscere, sì, ma lui preferiva il Corriere.

 

“Leggevo avidamente, non perdevo una parola, ero affascinato dalle realtà descritte nelle colonne del Corriere, e dentro me sentivo affermarsi forte il desiderio, anzi la convinzione, che da grande avrei viaggiato per conoscere i posti di cui leggevo, per allargare il mio orizzonte”. Insomma, il perimetro di Robecco gli stava stretto sin da piccolo. E, così, appena l’età e i genitori glielo hanno consentito, a quattordici anni, in  bicicletta e con due amici ha pedalato in largo e in lungo per l’Alto Adige, terra che gli rimarrà per sempre nel cuore. Poi, a vent’anni, sono arrivate la patente e l’auto, comprata con i primi guadagni, e la possibilità di percorrere la Penisola e l’Europa. Una grande scoperta sarà per lui la Sicilia, “un’isola ricca di Storia, Cultura, paesaggi meravigliosi e gente stupenda”. Ma il grande amore nasce in Asia, dopo l’incontro con l’India, una sorta di innamoramento a prima vista, che non pare destinato a finire. “Ci sono già stato ben trentadue volte. Perché l’India? Perché è un mondo a parte nel mondo: colori, odori, persone, atmosfere uniche… che non ho trovato altrove. Se non ci torno almeno ogni anno/anno e mezzo, non sto bene”.

 

L’India e dintorni, più o meno vicini, sono meta dei viaggi che insieme ad un amico, Vincenzo Tonetti, da anni, organizza “per portare amici e conoscenti a conoscere i Paesi che amo”. Il più recente della fitta lista ha avuto come meta il Myanmar (ex Birmania). Con lui un gruppo formato da magentini, milanesi e napoletani ha viaggiato per due intense settimane da Yangon a Mandalay, da Bagan a Pindaya (per citare alcune tappe), ha  navigato sulle placide acque del fiume Irawaddy e del meraviglioso lago Inle, tra case su palafitte e orti galleggianti, camminato scalzo nelle pagode tra mille statue del Buddha, ammirato la perizia degli artigiani, gironzolato per colorati mercati, incontrato la cordialità e il sorriso della gente. Va detto che i viaggi di Tonetti (lui ci tiene a evidenziarlo) “sono per viaggiatori, non per turisti.” Chi lo ama e lo segue (un buon numero di persone) “deve essere curioso intellettualmente, sapersi adattare, possedere una buona base culturale e riuscire a spogliarsi dell’occidentalità, per aprirsi senza pregiudizi a culture diverse”, sottolinea il Nostro. Prossime mete: Giordania, in primavera, Buthan e Sikkim,  passando per Calcutta, in autunno.

Franca Galeazzi

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