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Marco Invernizzi: “Vado avanti ma a modo mio…”

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L’ex Sindaco si ‘confessa’ a Ticino Notizie. Un’intervista a tutto campo. Errori, delusioni, ma anche l’orgoglio della coerenza. Invernizzi proseguirà il suo impegno per la città, noi vi anticipiamo come

MAGENTA – La sconfitta brucia ancora, anche perchè non se l’aspettava. Ce l’aveva messa tutta per proporre un modo diverso di ‘far politica’ e amministrare. Ma Marco Invernizzi, sbollita la delusione, ancorché cocente, resta di fondo un uomo chiaro e franco: “Occorre andar giù piatti perchè anche tra i miei sento ragionamenti strani, il partito ha tenuto e cose del genere…. Abbiamo perso. Punto a capo. La nostra proposta, non so se non si è stata capita o apprezzata, ma sta di fatto che non è passata”. Chiaro, chiarissimo. Lapidario.

Ma ci sono stati degli errori in questi cinque anni di governo cittadino? “Chi non li fa?- dice sorridendo – mi accusano di aver fatto troppo poco a livello di comunicazione. Non credo, o meglio non credo che sia stata questa la ragione della sconfitta. Chi vuole interessarsi della città, si interessa. Le occasioni e le proposte non sono certo mancate”.

Invernizzi non accampa scuse e ribadisce: “Il nostro modo diverso di pensare non è stato accettato dalla gente”. Ma detto questo, non si ‘dimentica’ del contesto in cui è stato chiamato ad amministrare dal governo centrale. “E’ stata una stagione di tagli pazzeschi per gli enti locali. Fino al 2015 non potevamo neanche cambiare le lampadine… Quell’anno ci arrivò un altro taglio in corsa di 800 mila euro ad ottobre. La situazione era drammatica. Ma il bilancio è sempre stata una prerogativa della nostra Amministrazione. Siamo tra i Comuni meno indebitati d’Italia, come riportato anche in una recente pubblicazione apparsa sul Sole 24 Ore”.

Già “il bilancio in ordine” come punto d’onore. Ma il bilancio non si vede le strade con le buche sì….

“Su questa partita abbiamo cercato di recuperare nel 2017, consapevoli, però, che in un anno non puoi recuperare tutto il pregresso. Ma abbiamo fatto altro, vedi il sociale. Sul Welfare siamo riusciti, senza andarlo a sbandierare ai quattro venti, a trovare 60 mila euro come sponsor aggiuntivi. Abbiamo garantito 300 euro al mese in più alle famiglie in difficoltà, 3.600 euro in un anno. Anche sulla cultura – prosegue Invernizzi – voglio ricordare che la nostra stagione, seppur con molte più proposte, alla fine è costata il 40%  in meno di quanto spendeva la precedenza amministrazione. Ma non è bastato neppure questo”.

Invernizzi, come abbiamo scritto più volte su Ticino Notizie, è un ‘impolitico’ nel senso che non si adegua a regole che piaccia o no, fanno parte della politica e qui ne abbiamo la riconferma: “Non sono disposto a vincere a qualunque costo. Alla gente bisogna saper dire anche dei no e motivarli. So bene che questo mi ha creato delle inimicizie. In ambito culturale tutti vorrebbero essere protagonisti, è ben comprensibile, però, occorre essere consapevoli del fatto che ognuno deve fare la sua parte in funzione dell’obiettivo da raggiungere. La nostra Amministrazione non ha chiuso mai le porte in faccia a nessuno. Non abbiamo chiesto mai a nessuno che tessera aveva in tasca, abbiamo fatto parlare tutti. Magari a qualcuno – affonda il colpo l’ex primo cittadino – questo ha dato fastidio. Ma non mi pento nulla”.

E veniamo così alle tante contestate (o quanto meno discusse) ‘serate filosofiche’: “Qui è andato in scena il teatro dell’assurdo. Ci hanno accusato di essere snob a fronte di otto serate dedicate alla filosofia che  cercheremo comunque di continuare ad organizzare ancora con la nostra associazione culturale (vedi Urbanamente), mettevamo almeno 10/12 appuntamenti organizzati annualmente con le compagnie teatrali.

Il tutto dentro ad una offerta annua di 220/230 appuntamenti. C’era una città in movimento, un pluralismo che dovrebbe piacere a tutti. Abbiamo fatto molto di più spendendo di meno, decisamente di meno. Visto che prima si spendevamo 13/14 mila euro a botta solo per il palco per il pomeriggio della Battaglia in piazza Liberazione…”.

Insomma, a suo dire, c’è stato un lavoro sulla cultura e anche sulla legalità, come ha più volte ricordato, che però ha portato pochi consensi…

“Ma noi l’abbiamo fatto perché ci credevamo. E’ un’impostazione diversa. Se alzi l’asticella, acquisisci credibilità, poi arrivano anche i grandi investitori, come è stato con l’area ex Saffa e l’ex Novaceta. Progetti di prospettiva di cui potrebbero beneficiare le future generazioni. Ma anche qui mi sono scontrato con il difetto della politica tradizionale. Per conquistare  il consenso a tutti i costi, si svende il futuro del nostro Paese. E qui intendiamoci non faccio un discorso di parte ma di sistema”.

Grandi progetti che però la nuova Amministrazione intende cancellare in toto o quasi…

“Legittimo, ancorché, sarebbe auspicabile capire quali siano le reali intenzioni della nuova Giunta. Sulla Novaceta si dice no alla logistica, non capendo che questa, se fatta in un certo modo, rappresenta il motore del futuro. Tra l’altro, nell’accordo con Unicredit e Vailog c’è l’impegno di portare anche l’amministrativo a Magenta. Senza contare che ex Novaceta, Saffa e progetto università con l’Umanitaria dovevano essere letti nella loro interezza. Quanto alla Saffa c’è un protocollo d’intesa e un Pgt che mette i presupposti per dar seguito a quanto messo nero su bianco. Finalpa (la società titolare del sito ndr) se avessimo vinto noi, avrebbe presentato al massimo entro ottobre, il progetto edilizio. Ci sono voluti tre anni e mezzo per convincere i diversi partner e metterli attorno ad un tavolo. Dato che l’iniziativa di Civitas Vitae è replicabile in tutto il Paese, evidentemente, se alla nuova Giunta questa proposta non va bene, vorrà dire che andranno altrove. Idem dicasi per gli altri soggetti coinvolti. Quel che è certo è che noi non abbiamo fatto la figura dei cialtroni, prova ne è che personalmente i contatti con queste realtà proseguono. Poi se c’è qualcuno capace di convincere questi partner a fare altro mettendoci pure i soldi…”.

Sempre di capire che al netto di queste considerazioni sia abbastanza nauseato da questo ambiente…

“In questi giorni deciderò non solo se rimanere in Consiglio comunale ma anche se rimanere nel Partito Democratico. Intendiamoci, non sono contro il partito. Ma io non ho ambizioni carrieristiche, preferisco un impegno civico, in cui prima di tutto viene il bene della città e non le ragioni personali. Ragionamenti di altra natura li lascio ai mestieranti della politica. Io sono dell’idea, per esempio, che a tutti i livelli, dopo due mandati si debba cambiare aria. La politica dovrebbe essere un’esperienza temporanea all’interno del proprio percorso esistenziale. Invece, in Italia diventa un’occupazione in eterno. Per queste ragioni è evidente che il mio modo d’intendere e pensare la politica è in conflitto con lo stato delle cose. Meglio quindi pensare ad una grossa operazione civica sulla città che potrebbe essere complementare alla politica. Resto convinto che la cultura è quella che ci salverà. Solo così cresce anche il senso critico e la capacità di giudizio di una città. Sennò andrà sempre bene tutto e il contrario di tutto…”.

 

F.V.

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