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Magenta, referendum: l’appello al voto del centrodestra

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MAGENTA –  Appello al voto corale in vista di domenica 22 ottobre, ieri sera a Magenta in Sala Consiliare. Qui accanto al sindaco Chiara Calati, sono intervenuti gli Assessori regionali Luca Del Gobbo,  Massimo Garavaglia e Giulio Gallera, con Umberto Novo Maerna dirigente nazionale di Fratelli d’Italia.

Dunque, presenti esponenti di tutto il centrodestra, che si è schierato convintamente a sostegno della consultazione referendaria di dopo domani. Ha esordito la Calati evidenziando il suo di vista di amministratore locale che deve confrontarsi quotidianamente con le difficoltà legate ai tagli imposti dallo Stato centrale ai Comuni.  Umberto Maerna ha puntualizzato la posizione di Fratelli d’Italia dopo le ‘uscite’ antireferendum di Giorgia Meloni. “Qui in Lombardia Fdi si schiera a sostegno del referendum.

 

 

Certo – ha continuato – dobbiamo essere realisti. Il secondo passaggio è la vittoria delle politiche di primavera. Perchè senza un governo dello stesso colore politico ben difficilmente ci concederanno maggiore autonomia”.  Gallera, assessore al Welfare, ha posto l’attenzione sul tema sanitario. “In Sanità abbiamo sempre avuto i conti in ordine eppure se dovessimo seguire le paradossali regole che Roma vorrebbe imporci dovremmo lasciare a casa personale. Pazzesco. Una follia pensare di ridurre la spesa rispetto a un dato di 16 anni fa”.   Del Gobbo assessore all’Università Ricerca e Open Innovation ha fatto un discorso di prospettiva: “La Lombardia con la sfida di Ema, il post Expo con Human Technopole e la Città della Salute  può diventare ancora più punto di riferimento a livello internazionale. Ma per sostenere questa crescita serve più autonomia. Occorre ricordarsi di due concetti essenziali: responsabilità e meritocrazia che a livello centrale troppo spesso sono stati dimenticati e questo non va bene”. Garavaglia di rientro da Roma ha mostrato le “prove” che nuova manovra finanziaria lungi dall’andare nella direzione auspicata: “Altro che autonomia, le risorse vanno a Roma, che poi decide se e come farle ritornare. Nella manovra e’ scritto l’esatto opposto a quanto chiediamo da tempo: viene rinviata fino addirittura al 2020 la fiscalizzazione, cioe’ la norma esistente, che prevede che le Regioni si finanzino, trattenendo quote di imposte. Cosi’ come rinvia al 2020 la Tesoreria unica”.  “Per quanto riguarda i tagli siamo oltre i 400 milioni di euro, vale a dire che quasi la meta’ del bollo auto incassato va a Roma, e questo esclusa la sanità, e qualcuno ci racconta ancora che basta mandare una letterina a Roma per chiedere un po’ di autonomia…”. 

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