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Magenta/ Quartiere Nord: i candidati giocano a non farsi male…

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MAGENTA –  Come in un incontro di boxe il primo confronto tra i cinque candidati sindaci è servito più che altro per studiarsi. Pochi accenni polemici, anche perché tempo contingentato alla mano, Piero Spadaro e Marcello Mazzoleni, hanno svolto al meglio il loro compito di “giudici”  super partes.  Detto questo, non è mancata la verve comunicativa di Rescaldina. Lo psicologo, si sa, in questo è bravo e piace.  “Sulla Novaceta non facciamo come da Aizzone e poi ancora, rispetto all’area dismessa quello della logistica coi tir è un brutto sogno….io ne ho un altro bello. Come quando andavo a correre da ragazzo, qui ci deve essere spazio per il verde e per il turismo”. Per il resto, molto tatticismo. Chiara Calati Centrodestra per Magenta prova ad attaccare sul discorso della logistica. Ma il tema Novaceta è delicato. Nessuno ha la bacchetta magica. Così come sul fatto di far vivere le periferie. Grandi progetti sulla carta per far vivere il parco di via Bernini, in mezzo ai palazzoni delle case Aler, così come per far vivere il quartiere attraverso mercati cittadini e quant’altro. Su questo Invernizzi è tranchant: “Ci abbiamo provato più volte. Ma gli operatori commerciali non fanno beneficenza. Non riusciamo nemmeno a spostarli da piazza Liberazione a piazza Formenti…”. Più chiaro di così. Giovanni Caso, ribatte con il mantra grillino della partecipazione. Il movimento di qua, il movimento di là…Ma di suo, non si offenda l’ingegnere campano, per ora non mette granché.  Silvia Minardi di “Progetto Magenta” dimostra sano pragmatismo e sul tema dell’ufficio postale tira fuori una proposta di un buon senso: un servizio di navetta tarato su di una determina fasce di popolazione (quella anziana in primis). Che è appunto quella che ha più problemi di mobilità.

Invernizzi cade sui bandi  regionali destinati alla video sorveglianza a cui il Comune non ha preso parte. “I nostri uffici sono già sotto stress. Partecipiamo a molti altri bandi. Su questa partita non ce l’abbiamo fatta”.  Ma va detto che a volte anche saper ammettere una propria debolezza, senza girarci attorno, può essere un atto di forza.

La Calati sulla sicurezza prova a picchiare forte. Ma rischia di andare fuori strada quando parla di sospensione (non vera ndr) del Patto Locale. Poi si corregge e precisa meglio: “Una volta c’era un coordinamento inter forze molto stretto che oggi non esiste più”. Schermaglie o poco più. 

Come quelle riguardanti l’interramento dei pericolosi cavi elettrici nelle vicinanze delle scuole. L’elettromagnetismo è un tema serio. Per Invernizzi esser riusciti a chiudere praticamente la partita con Terna nel giro di tre anni,  visti i tempi biblici, non è cosa da poco. Per la Calati il ritardo è pesante.  Tutti, però, convengono sul fatto che il lavoro dovrà essere fatto a regola d’arte e, soprattutto, dovrà essere monitorato.  Per le polemiche e le entrate a piedi uniti…c’è ancora tutto maggio e i primi di giugno…Non facciamoci male questa sera.

F.V.

 

 

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