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Magenta, Invernizzi tra Pd e polemiche: ‘Politica che non riconosco, potrei lasciare’

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MAGENTA – Sono parole che pesano quelle che il sindaco uscente Marco Invernizzi ha pubblicato pochi minuti fa sul suo profilo Facebook. Parole che servono a rigettare l’idea di supposte divisioni tra lui e il Pd (Invernizzi non era presente alla conferenza stampa di ieri mattina), ma sopratutto che stigmatizzano un certo modo di fare politica, e che paiono preludere ad un abbandono dello scranno di consigliere comunale.

 “In merito alla mia assenza alla conferenza stampa del PD, che ha suscitato interpretazioni maliziose circa presunte divisioni”, scrive Invernizzi, “voglio solo precisare che, come noto a molti, i commercialisti in questo periodo sono particolarmente oberati di lavoro. Se poi un commercialista è stato pure coinvolto in una impegnativa campagna elettorale è facile immaginare che abbia accantonato qualche lavoro, che però va recuperato non appena gli impegni elettorali finiscono. Sintetizzando: ero a Milano per lavori urgenti presso l’Agenzia delle Entrate. Mi viene da dire: le solite noiose polemiche di cui nessuno sentiva la mancanza.

Rilevo anche la continuità nel modo di proporre il confronto, sempre in chiave polemica, da parte di Chiara Calati, faccia nuova che mi sembra avere assorbito rapidamente vecchie abitudini. Dico questo perchè affermare che per cinque anni non c’è stata nessuna progettualità a Magenta va oltre ogni decenza concettuale ed etica, ed anche contro i fatti. Non bastava dire che non si è d’accordo con quella progettualità? Sarebbe anche facile chiedere quale era stata la loro progettualità, ma non servirebbe a nulla. Ogni scusa è buona per esagerare fino al punto da affermare, quando si era all’opposizione, che Magenta faceva schifo, quando tutti quelli che venivano ne parlavano benissimo: io lo trovavo addirittura offensivo per la nostra città, ma naturalmente per la politica dell’eccesso non bastava dire che la nostra città era bella ma con qualche problema. Ora sarebbe facilissimo per noi restituire la stessa moneta ma sarebbe un esercizio pigro, ozioso e pure, nessuno si offenda, molto stupido. La questione che mi sto ponendo non è dividermi dall’uno o dall’altro ma se abbandonare una politica che non fa crescere per niente la città e che mi annoia per i modi in cui viene espletata. Forse la cosa migliore è che io torni a fare quel che ho sempre fatto (progettare nell’ambito culturale), abbandonando un impegno che i cittadini, del resto, hanno con chiarezza detto di non avere apprezzato. Non sono un carrierista della politica e questo mi consente di tenermi ancora la mia libertà, compresa quella di abbandonare il campo. Queste sono le questioni che mi sto ponendo, non se andare o meno alla conferenza del PD. Spero di non dover chiarire altre amene questioni perchè, lo dico senza spocchia, mi sto già annoiando molto. Un cordiale saluto a tutti”.

Se ne saprà certamente di più già a partire da stasera. Ma sin da ora si apre l’eventualità di un primo (e sorprendente) avvicendamento tra i banchi dell’opposizione.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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