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In America imbrattano le statue dell’italiano Cristoforo Colombo

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SCRIVE IL GIORNALISTA-SCRITTORE ANGELO PARATICO, UN TURBIGHESE DA TRENT’ANNI A HONG KONG: “Oggi, i paladini del “politically correct” negli Stati Uniti stanno dirigendo i loro strali contro Cristoforo Colombo. Alcune sue statue sono state distrutte o imbrattate di vernice durante il Columbus Day. Nel Arrigo Park di Chicago la statua del grande navigatore è stata imbrattata di vernice rossa e le parole “mass murderer” (stragista) sono state scritte sotto. Il furore “decolonizzatore” o come più correttamente possiamo dire, “iconoclasta” di questi individui pare non conoscere tregua.
Questa ondata di follia s’era accresciuta dopo gli scontri fra esponenti della destra e della sinistra a Charlottesville, Virginia, e la difesa di Colombo fatta da Trump ha peggiorato le cose.
Una statua in bronzo di Colombo, datata 1892, che si trova a New York sulla 65th Street è stata rovinata e le parole “L’odio non viene tollerato” sono state scritte sotto, usando vernice bianca. Un bel segno d’amore, non c’è che dire!
Tale furia riguarda varie figure storiche, non solo Colombo, ma anche Thomas Jefferson, George Washington e il generale dell’esercito confederato Robert E. Lee, che vengono visti come dei razzisti, schiavisti e profittatori.

Il sindaco di New York, Bill de Blasio, aveva ordinato una revisione entro 90 giorni per individuare i cosiddetti “simboli d’odio” facendo però infuriare la comunità italo-americana, per aver incluso Cristoforo Colombo fra le personalità inquisite.
Intanto cresce il movimento che vorrebbe il “Columbus Day” abolito e sostituito con un “Giorno degli indigeni” chiunque essi siano, o furono in passato.
Un giorno, forse, vedremo in Germania un “Hitler Day” per commemorare la somma ingiustizia contro i nativi tedeschi, allorché furono ingiustamente attaccati, occupati e costretti a convertirsi alla democrazia parlamentare?

Colombo resta un sorvegliato speciale, perché il suo viaggio del 1492 alle isole caraibiche – lui fu convinto di aver raggiunto il Giappone – secondo alcuni storici aprì la porta alla schiavitù in quel Eden felice che dovevano essere quelle terre.

In conclusione è meglio lasciare che siano gli storici di professione a dibattere di meriti e demeriti dei nostri illustri antenati. Eliminare i simboli del loro passaggio non serve a nulla, perché un giorno potrebbero emergere elementi nuovi che faranno apparire vili le nostre azioni, facendo risplendere di nuove virtù i loro nomi.
Non esistono persone completamente buone o completamente cattive, e gli uomini e le donne vanno giudicati con una bilancia a due piatti, come un tempo facevano gli déi omerici. È la somma di meriti e dei demeriti che conta, e quale braccio di quella bilancia che la dea Themis tiene in mano, salirà al cielo e quale sprofonderà verso gli inferi”.

Angelo Paratico

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