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Imprese, la sfida dell’innovazione parte dalla Disa di Magenta

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Ieri sera, l’assemblea di zona di Assolombarda Confindustria. Al centro del dibattito il nuovo contratto di categoria. Nascono i ‘meccatronici’: più welfare e più produttività

MAGENTA – “Il nuovo contratto del settore metalmeccanico è una grande opportunità di crescita per tutti. Una sfida prima di tutto culturale nel segno del rinnovamento”. Lo ha detto Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica intervenuto ieri pomeriggio presso la Disa di Magenta, azienda leader nella produzione di iniettori meccanici, alla convention organizzata da Assolombarda Confindustria per le imprese del Magentino Abbiatense.

E’ stato proprio il dottor Nicolò Codini, carismatico capitano d’impresa della Disa, ad aprire questo interessante confronto, che è ruotato attorno a questa nuova ‘fattispecie’, quella dei meccatronici, termine col quale viene identificata la categoria, a seguito della sottoscrizione del nuovo contratto di lavoro. “Un cambiamento – ha osservato Codini – di cui forse non abbiamo ancora piena contezza ed è anche per questo che siamo qui”.

Di certo, un passaggio non di poco conto nella direzione di un migliore welfare per il dipendente ma anche di una maggiore produttività. La Disa in tal senso è una esempio paradigmatico di “quella laboriosità di provincia”. Turni di nove ore con straordinari e una vitalità costante che l’hanno fatta diventare l’ultima storica azienda magentina in salute. “Ci lasciamo alle spalle una crisi pesante – ha detto Umberto Cereghini, presidente di Assolombarda per la zona del Magentino Abbiatense – abbiamo necessità di nuove competenze che possono derivarci proprio dal nuovo contratto. Ma questo è un territorio che in passato ci ha dato grosse soddisfazioni. Ripartire dalle zone significa ripartire dall’ossatura portante del manifatturiero nel nostro Paese”. II nuovo contratto sviluppa la contrattazione di secondo livello e come tale, appare il giusto presupposto per un “cambio di passo” fondamentale, come evidenziato da Massimo Bottelli, direttore del settore lavoro welfare e capitale umano per Assolombarda. “Il collegamento salario-produttività – ha proseguito Franchi – potrà rivelarsi un’arma vincente. Perché i premi di risultato vengono detassati. Si vince tutti, il lavoratore che ha maggiori benefit che potranno essere declinati secondo i propri bisogni e l’azienda che potrà avere benefici in termini di sviluppo e crescita motivazionale dei propri collaboratori”.

“L’altro filone – ha concluso Franchi – è quello della formazione, che non va fatta perché ce lo impone una legge, ma perché può diventare realmente un volano per la produttività”. “Ora è necessario pensare alla tenuta di questo contratto sviluppando la contrattazione aziendale e la diffusione dei premi risultato, che devono superare la soglia dell’attuale 35% di aziende interessate – ha terminato i lavori Carlo Bonomi presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza –. Si tratta di innescare un circolo virtuoso che porti alla crescita dei risultati, dei salari, dei consumi e complessivamente alla ripresa del Paese”. Bonomi ha parlato anche di Jobs Act e di politiche attive del lavoro con particolare riferimento alla disoccupazione giovanile. “Per incentivare l’assunzione dei giovani servirebbe una decontribuzione del 100%, una al 50% rischia di non esser sufficiente. Il tema del lavoro e quello del credito sono questioni estremamente rilevanti per le nostre imprese, che vanno affrontate in un’ottica di sistema. E’ per questo che stiamo realizzando un libro bianco in cui affrontare i riflessi e le esigenze date dall’evoluzione del lavoro nei prossimi anni”.

F.V.

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