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Foibe ed esodo, una mozione coraggiosa: niente spazio in Lombardia per i negazionisti

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MILANO È stata approvata ieri dall’Aula del Consiglio regionale della Lombardia la mozione “Tutela lombarda della memoria, dei massacri delle Foibe e dell’esodo istriano, giuliano, fiumano e dalmata”.
 

In merito è intervenuto il Consigliere regionale della Lega, firmatario del testo, Silvia Scurati: “a fronte di una tragedia terribile e ancora contestata come quella delle Foibe, non possiamo non prendere una posizione chiara e netta. Un dramma, come esposto dal Consigliere Bastoni primo firmatario del testo, terribile, spesso taciuto e ancora oggi non adeguatamente normato”.

 

“Solo dal 2004 si può parlare e ricordare, in termini istituzionali, di questo martirio ma c’è chi ancora oggi tende a giustificarlo oppure a insabbiarlo, dimenticando delle vittime innocenti. Massacri perpetrati da parte dei partigiani jugoslavi di Tito ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia” prosegue Scurati.

 

“La Regione Lombardia non può e non deve permettere che si dia spazio al negazionismo, al giustificazionismo e a tutti quei fenomeni che tendono a portare questi fatti nell’indifferenza e nell’oblio. Il testo della mozione dimostra il chiaro intento di non volere essere complici in nessun modo della negazione del dolore e del sacrificio di tanti innocenti morti nelle Foibe”.

 

“La mozione è stata integrata, come da proposta dall’Assessore alla Cultura Stefano Bruni Galli durante la discussione, dall’impegno di sensibilizzare il Governo italiano a revocare il Cavalierato di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana concessa a Josip Tito Broz nel 1969 in quanto mandante dei crimini commessi in Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia” aggiunge Scurati. “Bene, quindi l’approvazione di questo testo da parte della Lega: è giunto il momento che anche la Lombardia, dopo Veneto e Friuli, neghi finanziamenti e spazi alle associazioni che si fanno portatrici di negazionismo dietro le mentite spoglie di ricerca storica” conclude Scurati.

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