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Dall'archivio:

Del Gobbo e Razzano in cattedra, fuori i secondi. A Magenta scendono in campo i.. Crujff

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Ultime 48 ore di campagna elettorale, e le coalizioni si affidano ai loro leader. 

 

MAGENTA –  “Il calcio consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tantomeno la puoi passare”.

Parole e musica di Johan Crujff, perno aggraziato della rivoluzione di Rinus Michels, del calcio olandese e precursore- inarrivato- di uno stile personale del tutto unico. Il Crujff cantato meravigliosamente da Federico Buffa in  Storie di Campioni (andate a vedervelo su You Tube), che a noi serve per fare un parallelo con quanto accade a Magenta, ad appena 48 ore dalla fine di una lunga (per alcuni più, per altri meno ) campagna elettorale, e a circa 72 dal voto che darà il governo dei prossimi 5 anni.

I due Crujff, ossia i fantasisti che oltre a tenere il pallone suggeriscono le strategie offensive e se del caso salgono in cattedra e segnano, sono Luca Del Gobbo e Paolo Razzano. Strateghi e leader dei rispettivi candidati sindaci, Chiara Calati e Marco Invernizzi, il pallino è soprattutto in  mano loro.

Così oggi, quando stasera arriverà Maria Stella Gelmini accompagnata da Marco Ballarini (il cui attivismo, indiscutibile, è andato in secondo piano con la leadership dell’assessore regionale centrista), l’aperitivo con gli imprenditori sarà organizzato negli uffici di un fedelissimo (di Del Gobbo) come l’affermato professionista Aldo Mainini; parimenti, da martedì scorso, quando il Civismo 3.0 di cui parlavamo a maggio s’è accordo di avere al limite molte e buone idee, ma pochissimi voti, è stato Paolo Razzano (con la co-regia dell’uomo macchina dei Dem, Enzo Salvaggio) a mettere Marco Invernizzi sul risciò, con tanto di palloncini rossi in mano, a fargli sudare sette camicie (reali,  non metaforiche) girando tra bar, cortili, piazze e case. Altro che incontri- pure interessanti, ci mancherebbe- sul Museo della Scienza e della Tecnica.

Chiara Calati- dal canto suo- gioca senza nessun complesso d’inferiorità una partita nella quale la prima punta è lei, ma il distributore dei palloni è Del Gobbo. Che, portato a casa il risultato nel primo tempo, ha imposto il ritmo della ripresa: toni bassi, palla lunga e pedalare (tra stazioni e volantinaggi), catenaccio di trapattoniana memoria, qualche guizzo per illuminare il gioco, la consapevolezza che in caso di vittoria la quadratura di giunta e macchina comunale da rilanciare non sarà affatto uno scherzo.

Del Gobbo e Razzano, Razzano e Del Gobbo: fuori i secondi. La partita si gioca a Magenta, ma per entrambi la testa va a febbraio 2018: quando si voterà per le Regionali e le Politiche. 

E allora, il risultato di Magenta avrà riflessi oltre i confini della città. Perché i voti si contano ma soprattutto si pesano. Così come Del Gobbo ha scacciato l’11 giugno i tanti avvoltoi (di centrodestra) che avrebbero sicuramente brindato ad una sua debacle, anche a sinistra qualcuno- specie in città- ha certamente fatto un sorriso leggendo i risultati del primo turno. D’altro canto, quando  non puoi ambire a vincere non resta che gioire dell’insuccesso altrui.

F.P.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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