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Abbiategusto, sul ‘niet’ di Cracco sulla cucina ha ragione Marco Aziani. C’hanno preso per Renato Pozzetto

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Riflessioni sul discutibile comportamento dell’associazione Maestro Martino.

ABBIATEGRASSO – Facciamo una premessa (importante). Carlo Cracco arriva ad Abbiategusto ed Abbiategrasso la prima volta nel novembre 2012. Invitato da Adolfo Lazzaroni ed Ezio Santin, cucina la sera del sabato in Annunciata. Lo intervista Telelombardia, tramite il sottoscritto. L’assessore Daniela Colla prende il suo contatto, poi con grande eleganza vengono silurati sia Lazzaroni che Santin, mentre Cracco- per il tramite dell’associazione Maestro Martino- arriva ad Abbiategrasso.

E’ importante ricordarlo, perché non lo fa quasi mai nessuno. Due anni dopo, era il 2014,una mattina di primavera Marco Scotti ed il sottoscritto si recano a Milano ad incontrare Massimo De Maria di Maestro Martino, per caldeggiare il loro avvento in città (che vedevamo di buon occhio) e parlare della cittadinanza onoraria ad Ezio e Renata Santin, che sarà poi concessa dalla giunta Arrara dopo l’iniziativa del Comitato di cui facevano parte Scotti, Lazzaroni, Orietta Piva, Luca Gorla e molti altri.

Questo per dire quanto sia del tutto condivisibile l’editoriale odierno di Marco Aziani su Ordine e Libertà, specie le ultime dieci righe che riportiamo sopra. Perché sapere che Maestro Martino, quindi De Maria, e quindi Cracco, NON intenda consentire l’utilizzo delle cucine utilizzate in questi anni all’Annunciata (in un immobile concesso dal Comune di Abbiategrasso!) sa davvero di ripicca. Per non dire altro. L’errore, a chi di dovere l’abbiamo detto a tutti, sta a monte ed è l’aver avviato l’organizzazione di Abbiategusto troppo tardi.

Il che ha portato a riunioni di cui ci sono state riportare parole che tralasciamo, per rispetto ed eleganza. In pratica, Maestro Martino avanza delle richieste (legittime) e gli organizzatori le debbono respingere, perché non c’è  budget per eventi a quattro zeri con un numero davanti (legittimo anche questo).

Ma il fatto che, alla richiesta di poter utilizzare le cucine dell’Annunciata, Maestro Martino abbia opposto un secco NO, scusate ma lo consideriamo uno sgarbo istituzionale, una mancanza di rispetto, di galateo (tanto per rimanere in tema di cucina) e una palese manifestazione di scortesia.

Forse, qualcuno ha preso noi dell’Abbiatense, gente di provincia, per l’indimenticabile Artemio di Ragazzo di Campagna. Del resto la cascina ritratta è dalle parti di Vigevano, poco distante da Bià. La ragione dev’essere quella. Beh, andrebbe aggiunto che nel frattempo i contadini abbiatensi hanno preso il treno (anche se in ritardo costante), sono andati a  Milano e si sono persino laureati, in buon numero.

Così, nel caso che qualcuno se ne fosse dimenticato.

Fabrizio Provera

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