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Abbiategrasso, Zyme e il referendum: sì all’autonomia, però…

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Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo Zyme Abbiategrasso

SI A PIÙ AUTONOMIA, MA QUESTO REFERENDUM OFFENDE GLI ABBIATENSI

 

Immaginiamo una possibile giornata di una famiglia abbiatense. La solita famiglia Rossi. Il Sig. Rossi va al lavoro in treno, ma si deve alzare un’ora è mezza prima di quanto sarebbe necessario. Purtroppo i frequenti ritardi e cancellazioni hanno indotto il suo datore di lavoro a mandargli una lettera di richiamo per non essersi presentato in ufficio in orario per molti giorni nello scorso inverno. Purtroppo i finanziamenti che erano stati stanziati all’inizio degli anni 90 per il raddoppio della Milano-Mortara sono stati dirottati per la costruzione dell’autostrada pedemontana, un’autostrada ora sull’orlo del fallimento per mancanza di utilizzatori. La signora Rossi invece è costretta a prendere un giorno di permesso, perché da quando hanno tagliato l’ospedale di Abbiategrasso deve raggiungere il polo di Magenta per fare le analisi a cui deve sottoporsi periodicamente per motivi di salute. La macchina la deve usare il figlio che studia in Università a Pavia, dato che non esistono mezzi pubblici diretti tra Abbiategrasso e Pavia. Quindi la signora Rossi deve usare l’autobus per raggiungere Magenta, ma le corse sono poche e non sempre puntuali. I membri della famiglia Rossi in compenso però potranno ammirare nei loro tragitti verso lavoro, ospedale e università dei giganteschi manifesti di Regione Lombardia che invitano ad andare a votare Domenica 22 Ottobre per il referendum sull’autonomia. Un referendum all’avanguardia, secondo alcuni. Per la prima volta voteremo in modo elettronico in modernissimi Tablet. Il tutto al costo di 50 milioni di euro… a carico dei contribuenti lombardi e veneti. Questo referendum, dicono, servirà ad ottenere più autonomia e più risorse, il tanto agognato federalismo fiscale. Cosa deve pensare la famiglia Rossi vedendo i manifesti ormai omnipresenti per le nostre strade? Che con l’autonomia avranno servizi migliori?  dopo che sono gli stessi sostenitori del referendum ad aver decretato l’indebolimento del polo ospedaliero abbiatense? Che con l’autonomia avranno quei treni che la classe dirigente lombarda, la stessa da 20 e passa anni che siede al Pirellone, gli ha sempre negato? Diciamo le cose come stanno.

 

Questo costoso referendum non è altro che una battaglia interna alla Lega Nord che la fronda storica del carroccio legata a Bossi ha lanciato al nuovo corso nazionalista e filo meridionalista di Matteo Salvini. Oltre che un riequilibrio di forze all’interno del centro destra italiano. Viene quasi da rimpiangere i tempi di Umberto Bossi quando il referendum del 1996 per l’indipendenza della fantomatica Padania se li facevano con i loro gazebi e le proprie sedi di partito… a proprie spese. Perfino una cialtronata come quella in confronto a questo referendum appare, oggi, come una cosa seria.

Se proprio vogliamo andare nel merito, è un referendum non vincolante per ottenere dei risultati che potrebbero essere benissimo ottenuti in sede della conferenza Stato Regione, come sta facendo  in questi giorni l’Emilia-Romagna, è bastato infatti a quest’ultima attuare l’art. 116 della Costituzione.

A onor del vero dobbiamo ricordare che già nel 2007 l’ex presidente Formigoni avviò delle, trattative con l’allora governo Prodi, centro sinistra. Peccato che fu proprio il governo Berlusconi, con Maroni ministro dell’interno, nel 2008 a bloccare le trattative! Insomma, gli stessi personaggi che oggi promuovono questo inutile referendum, sono gli stessi che impedirono l’autonomia quando ci fu l’occasione concreta.

Per il bene di tutti, torniamo persone serie.

Anche se purtroppo qualcuno in questi anni mai lo è stato.

Alessandro Pecoraro

presidente ZYME

Caro Pecoraro, abbiamo ricevuto e pubblicato integralmente il suo contributo. Ci sono solo due cose che dovreste dire alla famiglia Rossi da Biegrass (e che avete dimenticato): anzitutto il residuo fiscale della Lombardia è pari a 54 miliardi di euro l’anno, il più alto d’Europa.  Soldi che potrebbero essere impiegati per quello che giustamente chiedono, come fate voi. Inoltre nel 2008 il governo Berlusconi approvò il federalismo fiscale, immediatamente stoppato dal governo delle merchant bank di Mario Monti dopo il semi golpe del 2011. E il federalismo fiscale era molto più delle concessioni richieste da Formigoni.. Così, tanto per dovere di chiarezza. 

Cordialità

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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